Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

#16N. Lettera aperta al movimento pisano

Postato il 29 Novembre 2013 | in Scenari Politico-Sociali, Territori | da

Riceviamo e pubblichiamo

Il 16 novembre abbiamo scelto di manifestare, solidali con uno spazio sociale sgomberato e restituito alle ipotesi speculative. Con lo stesso spirito che il giorno dello sgombero ci aveva portato, prima, fuori dall’ex-Colorificio e, dopo, in Banchi, quando avevamo trasferito nello spazio comune della piazza lo spettacolo teatrale previsto al Newroz e la conferenza di Tano D’Amico.

Non sempre abbiamo condiviso le specifiche scelte operate dai compagni di Rebeldia ma, nello stesso tempo, abbiamo sempre concepito le differenze come una potenziale ricchezza per il movimento. Che, appunto, è movimento, non sommatoria di partitini più o meno d’accordo o più o meno rissosi.

Perché questo avvenga, però, è indispensabile che le differenze trovino un terreno di confronto franco e aperto che, se possibile, arrivi ad una sintesi che sia di slancio e avanzamento non per questo o quello, ma proprio per il movimento nel suo insieme. E, in questo quadro, non è di poco conto che viviamo in una città che di spazi liberati/occupati/riappropriati ha non solo una tradizione pluridecennale ma un presente ricco e vivo.

Eppure quanto accaduto nella piazza pisana il 16 novembre ci ha posto problemi e interrogativi. E quello macroscopico investe l’ambito della funzione del simbolico nelle dinamiche di movimento. Simbolico per chi? Finalizzato a ottenere cosa?

Per capirci facciamo un paragone: il 17 novembre Repubblica, Stampa e altri quotidiani riportano la foto della ragazza No Tav che bacia il poliziotto costruendo una montatura mediatica che parla di pacificazione avvenuta: il giorno in cui decine di migliaia di valligiani hanno manifestato a Susa contro una militarizzazione del territorio insultante e insostenibile. Un’operazione artificiosa di neutralizzazione del conflitto e della contrapposizione.

L’ambito del simbolico è infatti una variabile indipendente capace di organizzare una cornice narrativa estranea a storie collettive, processi reali e contesti. Ma cosa si determina se questo ruolo, oltre che da Repubblica o La Stampa, viene assunto da un soggetto che si pone come interno al movimento? Quali pratiche? Quale rappresentazione o negazione del conflitto?

Rispetto a questi nodi rivolgiamo al movimento pisano la lettera aperta che alleghiamo alla presente e-mail nella quale condensiamo ragionamenti e dibattiti collettivi sul #16N in città. Sulle dinamiche di quella manifestazione e su quanto da essa espresso riteniamo utile esprimere il nostro punto di vista. Ci assumiamo la sfida della polemica non per amor di chiacchiera ma per un bisogno di chiarezza.

Spazio Antagonista Newroz

In allegato il documento

http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2013/11/16N-Pisa.pdf

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