Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il Comune di Cascina e la pausa caffè. Quando le amministrazioni sono più brunettiane di Brunetta Il Comune di Cascina impone il recupero anche dei 10 minuti

Postato il 16 Novembre 2013 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

La pausa caffè nell’arco di una giornata lavorativa non può ridursi ad una mera perdita di tempo ma serve a ricaricare le batterie e a recuperare energie per migliorare la stessa prestazione lavorativa. In molte situazioni del lavoro privato si sono soppresse le pause (con l’avallo dei sindacati Cgil Cisl Uil) e con la legge Brunetta i tagli riguardano da anni anche il pubblico, ovviamente nella campagna contro i fannulloni come sono stati vergognosamente ribattezzati gli impiegati.

Sulla utilità della pausa caffè interviene perfino la Cassazione con la sentenza 4509/2012 che precisa come la pausa caffè durante le ore di lavoro sia non solo consentita, ma utile perché aiuta a recuperare le energie e dunque a migliorare le prestazioni a lavoro.

Stiamo parlando di pochi minuti non di mezzore e gli stessi ricercatori della New York University parlano del giusto ‘stacco’ per far riposare i circuiti cerebrali, aiutandoli a riordinare e a conservare le informazioni appena stoccate.

Suona allora singolare che il Comune di Cascina decida che una pausa caffè debba essere timbrata e recuperata, come se andare al bagno fosse diventata non una necessità fisiologica ma un lusso che i Comuni oggi non si possono permettere.

Al ridicolo non c’è mai limite , forse gli Enti pubblici dovrebbero dedicare il loro tempo ad altro che a circolari in stile Brunetta, quel ministro che ha contribuito ad affossare la Pubblica amministrazione.

Cobas Pubblico Impiego

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