November 29, 2024
Cari compagni\e, tra impegni sindacali e lavorativi, anche per l’orario di convocazione, siamo impossibilitate a partecipare alla odierna riunione.
Ma la nostra assenza non significa disimpegno , anzi fin da ora (al pari di altre realtà come gli universitari di Exploit ) vi diciamo che saremo presenti alla contestazione.
Rispetto agli anni scorsi dovremo uttavia fare un salto di qualità.
Vediamo insieme alcuni punti sui quali costruire una campagna che non si riduca solo alla contestazione.
Le aziende che propongono stages per studenti e neo laureati spesso occultano una situazione di sfruttamento della propria forza lavoro.
Ad esempio la Granarolo con i suoi Stage di alta qualità per offrire a laureati brillanti percorsi di formazione e lavoro. Lo stage non dà alcuna garanzia di successiva assunzione, ma è uno strumento che l’azienda utilizza per valutare i candidati a possibili futuri inserimenti.
Da mesi i facchini che operano per la Granarolo e le cooperative ad esse legate hanno ingaggiato una duta lotta perla riassunzione dei 51 lavoratori licenziati per avere organizzato scioperi e iniziative miranti al riconoscimento di elementari diritti.
Cooperative e Granarolo non rispettano neppure gli accordi siglati in Prefettura come quello che prevedeva entro il 31 ottobre, la ricollocazione di 23 lavoratori cercando allo stesso tempo soluzioni per ricollocare gli altri 28 (tutti immigrati)
Il caso della logistica è emblematico perchè in questo settore la determinazione dei lavoratori immigrati ha determinato un forte movimento di rivendicazione che si sta allargando ad altri settori.
Lo stage è lo strumento con il quale le aziende vendono una immagine falsa basata su investimenti e aperta ai giovani che quando trovano lavoro sono costretti ad anni di contratti precari e sottopagati.
In Italia si investe in ricerca meno che in ogni altro paese europeo, negli ultimi anni la legislazione in materia di lavoro è stata costruita per precarizzare la vita e il lavoro stesso delle giovani generazioni che saranno costrette a lavorare fino a 70 anni per poi percepire un assegno previdenziale da fame.
Lo stesso inserimento scuola\lavoro ha visto la costante riduzione dei fondi (basterebbe vedere quanti corsi serali sono stati soppressi nel corso degli ultimi anni impedendo l’accesso all’istruzione di tanti precari ) e soprattutto palesa le contraddizioni di un sistema scolastico che sta tagliando fuori fasce sempre più grandi della popolazione.
Su questi ed altri argomenti, bisognerebbe costruire mobilitazione contro la fiera delle illusioni che questi meeting alimentano.
Confederazione Cobas Pisa
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