November 30, 2024
A seguire il comunicato stampa redatto dai Cobas
Nelle ultime settimane sono proseguite le mobilitazioni in S. Ermete, allestita la tendopoli dei bisogni (di casa, di lavoro, servizi e reddito), la pacifica presenza in Consiglio Comunale ha “costretto” la commissione sociale a visitare il quartiere e fissare una seduta sulle problematiche del quartiere.
Hanno poco senso le dichiarazioni degli assessori che rifiutano il dialogo con i violenti perchè violenza non c’è stata, anzi si cercano alibi per negare il diritto all’abitare a chi vive in cantina o un baracche se non addirittura per strada.
Crediamo profondamente sbagliata la scelta di destinare i pochi soldi all’emergenza abitativa ad opere inutili come blindare le porte delle case popolari da mesi\anni vuote, queste case vanno subito destinate alla emergenza abitativa, se il Comune l’avesse già fatto mesi fa, oggi tante famiglie avrebbero un tetto e non ci sarebbe stato bisogno dei picchetti antisfratto.
Apes e Comune, solo in seguito alle mobilitazioni e ai picchetti antisfratto , hanno accolto la richiesta di destinare le case sfitte alla emergenza abitativa (ma non ci si limiti agli appartamenti disabitati in S.Ermete , siano invece assegnate anche le case sfitte degli altri quartieri popolari fino all’utilizzo ad uso sociale ed abitativo della Mattonaia).
Perchè, allora, Apes spende soldi per blindare le case vuote quando dice di non avere pochi fondi per la messa a norma degli appartamenti destinati all’emergenza abitativa? I soldi siano utilizzati a fini sociali e non per accrescere gli strumenti repressivi dei quali i senza casa e i senza lavoro sono da sempre le prime vittime.
Nei giorni scorsi, alcuni consiglieri comunali in visita in S. Ermete hanno appurato le condizioni disumane in cui vivono alcuni diversamente abili in precarie condizioni di salute , privi di sostegno e di adeguati interventi . Alcune di queste situazioni sono state denunciate con una raccolta di firme, video e foto; è disumano vivere senza acqua, senza luce o senza strumenti che aiutino un disabile a camminare o semplicemente a lavarsi , questi ed altri problemi sono stati presentati alle autorità competenti.
Siamo in presenza di segnali di apertura da parte delle istituzioni segno che le rivendicazioni erano rispondenti ai reali problemi del quartiere, per quale ragione allora perdere altro tempo ed esacerbare gli animi blindando le porte delle abitazioni? In vista dei prossimi sfratti esecutivi l’Amministrazione Comunale si faccia garante del passaggio da casa a casa, come previsto dalla Legge n. 9/2007 e dalla L.R. Toscana n. 75/2012.
Ci auguriamo che i tempi della politica e della burocrazia non siano troppo lunghi, bisogna dare risposta ai casi più drammatici e invitiamo le istituzioni locali e lo stesso prefetto a una visita guidata nei quartieri popolari.
Confederazione Cobas Pisa
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