November 30, 2024
L’amministrazione sta facendo girare una comunicazione (prot. 180144 del 26-11-2013) nella quale invita i dipendenti a comunicare la volontà di partecipare ad un “particolarissimo” corso di formazione.
Il Comune di Firenze ha l’obbligo di inserire in bilancio ogni anno una somma, anche se la Brunetta ne prevede la progressiva riduzione, che ha come scopo la cosiddetta “formazione”, finalizzata ad aumentare le qualità professionale dei propri dipendenti, conferire le necessarie competenze in base all’evoluzione dell’impianto legislativo e normativo che regola le attività dell’ente, formare il personale in parallelo alle nuove tecnologie introdotte nei processi lavorativi, non ultimo la inderogabile necessità, peraltro in gran parte disattesa, di formare i dipendenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Al contrario, questa Amministrazione ha pensato bene di utilizzare le ore e i soldi pubblici e di tutti, per organizzare un corso di formazione con l’intervento di “esperti” del settore “finalizzato ad offrire al personale del Comune un quadro d’insieme della previdenza complementare in generale ed in particolare del Fondo pensione di categoria Perseo, ed a fornire informazioni sulle procedure da seguire per l’adesione”.
La corte dei conti, così solerte a mettere sotto processo delegati sindacali rei di aver sottoscritto accordi integrativi attraverso percorsi contrattuali del tutto legittimi e trasparenti, una Magistratura Contabile così zelante ad imputare il danno erariale a lavoratori che percepiscono stipendi di fame, dimostri la stessa solerzia e lo stesso zelo nel perseguire l’utilizzo palesemente improprio di risorse destinate alla formazione utilizzate per promuovere un prodotto finanziario di natura privatistica che nulla ha che fare con le finalità dell’istituto della “formazione”.
Non solo, visto che la circolare è sottoscritta dalla D.ssa Cecchi, ci chiediamo se un dipendente assunto tramite art.90 possa ricoprire incarichi dirigenziali e se ciò non sia materia d’interesse, non solo per la Corte dei Conti ma anche per le Procure.
Ci chiediamo fino a che punto si sia spinto il consociativismo tra datori di lavoro pubblici e privati, banditi dediti alla speculazione finanziaria e sindacati filo aziendali, tutti egualmente interessati a promuovere la truffa della pensione integrativa, in particolare il fondo pensione di categoria Perseo dedicato ai dipendenti pubblici.
Soggetti che siedono insieme nei consigli di amministrazione dei fondi di categoria i cui rendimenti sono in larga parte assorbiti dai costi di gestione, compresi i lauti compensi dell’allegra compagnia.
Promozione di un prodotto finanziario perché altro non è, pagata con i soldi della formazione. Fondo pensione al quale i dipendenti dovrebbero sacrificare una parte del loro salario anche se differito, perché questa è al natura de TFR, per immetterlo nel circuito del mercato finanziario per sua natura instabile. È un fatto innegabile che fondi di categoria hanno reso meno del TFR lasciato in azienda, oltre alla possibilità da non escludere, del fallimento degli stessi, come già successo in centinaia di casi, fallimenti che hanno lasciato milioni di lavoratori con un pugno di mosche in mano, senza TFR e senza pensione.
Non ci stancheremo mai di denunciare la truffa della pensione integrativa figlia del processo ventennale di smantellamento della previdenza pubblica che prefigura uno scenario di miseria, in particolare per precari e lavoratori giovani, così come denunciato recentemente addirittura dall’OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development ) nel rapporto annuale sulle dinamiche socio-economiche del nostro paese.
Rinnoviamo l’invito a tutti i dipendenti di questa amministrazione a preservare il proprio TFR-TFS dagli appetiti dei moderni imbonitori finanziari e a prendere coscienza che l’unico modo per garantirsi un futuro dignitoso è battersi per il consolidamento e il rinvigorimento della previdenza pubblica.
Nel contempo, dopo avere consultato i nostri uffici legali, diffidiamo l’ Amministrazione dall’attuare lo scellerato proposito e, se non altro, in applicazione di una sorta di par condicio, predisporre locali e ore retribuite per ad assemblee aperte nelle quali “esperti” altrettanto autorevoli ma di tutt’altro orientamento, possano contro formare/informare i lavoratori e lavoratrici, offrendo un quadro quanto meno obiettivo sul tema della previdenza integrativa.
Cobas Comune di Firenze
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