November 26, 2024
Riceviamo e pubblichiamo
Anche durante le festività natalizie le lotte sui posti di lavoro non si sono fermate. Dalle città italiane alla capitale cambogiana, i lavoratori continuano a mobilitarsi. Spesso siamo sulla difensiva (soprattutto nel Vecchio Continente), a volte all’offensiva (vedi in particolare il continente asiatico). Ma ciò che ci conferma anche l’insistenza di chi è al governo (e di vuole esserlo a breve) sulla necessità di dare una svolta al mondo del lavoro, tra Job Act e Piani del Lavoro vari, è che noi, i lavoratori e le lavoratrici, sia che siamo occupati sia che siamo disoccupati, continuiamo ad essere centrali nel mondo in cui viviamo.
Ne approfittiamo per invitarvi, as usual, a far girare questa mail, a seguire gli aggiornamenti su facebook (basta mettere un “mi piace” alla pagina) e twitter, e più in generale al nostro progetto di inchiesta e connessione…
“Sogno che la catena di montaggio improvvisamente si fermi per un momento. Semplicemente non posso prendere un respiro. La catena ci trascina e ci costringe a lavorare sempre più velocemente. Ma più lavoriamo, più il padrone guadagna. Loro danno ai lavoratori un po’ in più, ma sono loro a fare i veri soldi.”
Fu-hui, operaia cinese di una fabbrica di elettronica di Shenzen
Internazionale
In tutto il Sud-Est asiatico la lotta per l’aumento dei salari coinvolge milioni di lavoratrici e lavoratori. In Cambogia lo sciopero degli operai tessili per il raddoppio del salario minimo dagli attuali 80€ a 160€ mensili prosegue da settimane. Lo scorso venerdì 3 gennaio polizia ed esercito hanno sparato contro i manifestanti uccidendo 5 lavoratori.
[Cambogia] Sciopero nell’industria tessile per un aumento del salario minimo
[Cambogia] La polizia spara ed uccide 5 operai tessili in sciopero
Inchieste
Viaggio nella Grande Distribuzione: intervista ad una lavoratrice Inditex di Milano
Continua la nostra inchiesta sulle condizioni di lavoro nella grande distribuzione (GDO). È la volta di un’intervista ad una lavoratrice della Inditex di Milano
Qui tutte le interviste pubblicate finora
Articoli
Cronache di una vita da stagista
Un contributo del Collettivo Autorganizzato Universitario (CAU) di Napoli che si focalizza su stage e tirocini, cercando di smascherare quello che è un rapporto di lavoro subordinato senza garanzie, il più delle volte senza alcuno stipendio, senza quasi diritti e senza alcun obbligo di assunzione al termine del periodo di tirocinio.
Cosa si muove
[Padova] Continua il presidio dei 41 facchini licenziati alla Artoni
Le feste ed il freddo non fermano la mobilitazione dei 41 facchini messi per strada perché la Artoni ha deciso di non rinnovare l’appalto con la cooperativa presso cui sono impiegati. Alla base della decisione la volontà aziendale di comprimere quanto più possibile il ‘costo del lavoro’.
Rassegna Stampa
[Afragola – NA] IperCoop: accordo raggiunto. Ma a rimetterci sono i lavoratori
Il 2 gennaio è stato siglato l’accordo tra azienda e sindacato. Dopo la viva soddisfazione delle parti andiamo a vedere quale è il loro ‘lieto fine’: meno ore di lavoro sia per i full-time che per i part-time e conseguente diminuzione dello stipendio (nell’ordine dei 400€ mensili per i primi e dei 150-200€ per i secondi) in cambio della salvaguardia dei posti di lavoro.
[Napoli] Addetti alle pulizie bloccano i depositi dell’ANM
Il 30 dicembre, per diverse ore, i lavoratori della FullClean, cooperativa che gestisce il servizio di pulizia dei mezzi dell’ANM, hanno bloccato i depositi dell’Azienda Napoletana Mobilità dopo la comunicazione di probabili licenziamenti nei prossimi mesi.
[Poggiomarino – NA] Operaio muore sul lavoro
Mentre il dibattito politico si incentra su presunti Job Act e Piani del Lavoro e la diminuzione delle tutele dei lavoratori continua a tenere banco, gli “omicidi bianchi” non si arrestano. Venerdì 3 gennaio a Poggiomarino (NA) solo uno dei tanti che non fanno notizia.
[Napoli] Lavoratori Astir protestano contro i licenziamenti
Il licenziamento di 457 dipendenti dell’Astir, società partecipata della Regione Campania, provoca proteste che durano ormai da mesi e che non si fermano con l’anno nuovo.
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