November 29, 2024
Comunicato ADL
PESANTE INTERVENTO DELLA POLIZIA QUESTA MATTINA CONTRO IL PRESIDIO DEI LAVORATORI ARTONI PER SGOMBERARE IL MAGAZZINO DALLA MERCE RIMASTA BLOCCATA ALL’INTERNO.
Questa mattina, verso le sette, un nutrito contingente della Celere e di Carabinieri è intervenuto per spostare il presidio di fronte ai cancelli dell’Artoni, per far uscire la merce. I lavoratori prima sono stati circondati e poi caricati dalle Forze dell’ordine quando hanno cercato di bloccare i camion in entrata e in uscita. I facchini della Artoni, ai quali si sono associati altri facchini di Bartolini, TNT, SDA e attivisti solidali, hanno resistito e due di loro sono finiti in ospedale.
Siamo di fronte ad una decisione politica attuata da Prefetto e Questore di una gravità inaudita. Tale decisione è frutto di un atteggiamento subalterno, fin dai primi momenti della vertenza, ai poteri forti e all’arroganza con la quale Artoni decideva in data 23 dicembre di dare il ben servito a 41 lavoratori, i quali, dopo tanti anni di sfruttamento, in condizioni ultraprecarie, al servizio di cooperative che hanno truffato fisco, Inps e lavoratori, si sono ritrovati in mezzo alla strada e senza alcuna prospettiva. In questo contesto, ma non solo in questo – stesso atteggiamento la Prefettura lo ha tenuto nella vertenza che ha portato a 4 licenziamenti di lavoratori di ADL Cobas c/o il magazzino Aspiag/Despar – la Prefettura si schierava spudoratamente con Artoni, avallando un comportamento criminale. Per tanti anni nessuno si era mai accorto che Artoni usava cooperative che truffavano tutti e, grazie all’intervento di Adl Cobas, si era riusciti finalmente a conquistare condizioni dignitose di lavoro e di reddito. Bisogna essere cechi per non vedere che l’operazione messa in atto da Artoni aveva come scopo principale quello di eliminare la presenza di Adl Cobas. L’intervento della polizia di questa mattina si inserisce perfettamente in questa strategia.
Nonostante tutto, c’era comunque la possibilità di trovare una soluzione condivisa della vertenza che sta proseguendo dal 30 dicembre 2013 e con estenuanti incontri tra Prefettura e Provincia, arrivando a quello che doveva essere un incontro risolutivo il 21 scorso, al quale, invece Artoni non ha presenziato, lasciando chiaramente intendere che non aveva nessuna intenzione di arrivare ad un accordo.
A seguito di questo atteggiamento, sprezzante anche delle Istituzioni, nasce la decisione di tornare a bloccare i cancelli chiedendo di riaprire la trattativa alle seguenti condizioni: Artoni doveva mettere a disposizione 4 posti di lavoro a full time nel magazzino di Padova con possibilità, in caso di non disponibilità di chi è già stato selezionato, di sostituzione con altri lavoratori della lista Emmegierre; Emmegierre doveva confermare i tre posti già indicati e aggiungerne almeno un altro sempre a full time; mentre per i restanti 17 lavoratori, Artoni, come da impegni presi doveva liquidare gli incentivi nella misura già indicata.
LA RISPOSTA L’ABBIAMO VISTA E, SOPRATTUTTO, SENTITA SULLA NOSTRA PELLE, CON MOLTI AMMACCATI, DUE LAVORATORI FINITI IN OSPEDALE.
MA SE PENSANO CHE LA LOTTA SIA FINITA QUI E CHE UNA VERTENZA SINDACALE POSSA ESSERE TRASFORMATA IN UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO E CHIUSA CON L’INTERVENTO DELLA POLIZIA, SI SBAGLIANO DI GROSSO.
L’APPUNTAMENTO PER TUTTI E’ PER SABATO PRIMO MARZO ALLA MANIFESTAZIONE CHE PARTIRA’ DAL PIAZZALE DELLA STAZIONE DEI TRENI ALLE ORE 15 E CHE VEDRA’ LA PARTECIPAZIONE DI MOLTI LAVORATORI DA TUTTA LA REGIONE, OLTRE CHE DI SFRATTATI, OCCUPANTI DI CASE, PROFUGHI E DI CHIUNQUE VOGLIA CONTINUARE A LOTTARE CONTRO LA PRECARIETA’, LA DISOCCUPAZIONE, PER IL DIRITTO AL REDDITO, CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE, PER IL DIRITTO ALLA CASA E PER LA LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE.
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