December 26, 2024
LA REGIONE TOSCANA COSTITUISCE L’AGENZIA PER IL LAVORO: INIZIA LO SMANTELLAMENTO DELLE PROVINCE. DECINE DI PRECARI\E A RISCHIO DISOCCUPAZIONE
Come dovremmo definire l’ iniziativa di costituire l’ Agenzia per il Lavoro della Regione Toscana, proprio quando si sta consumando l’estinzione delle Province? La “doppiezza” assunta a modello di comportamento!
Infatti utilizzando la attuale situazione dei servizi al lavoro nel quadro di riferimento nazionale in ossequio al preannunciato “job act” renziano, ma anche sfruttando il clima di incertezze sull’ entità dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo 2014-2020, la Regione Toscana approfitta delle indecisioni sul futuro delle Province per smantellarne da subito alcuni ruoli e attribuzioni.
Anche se la costituzione delle Agenzie Regionali viene esaltata come un’ anticipazione del confronto sulla revisione del sistema nazionale lavoro, in realtà la territorialità dell’ organizzazione dei servizi viene vista in funzione di una sempre maggiore integrazione con le reti dei servizi privati
Di fatto si vuole approfittare delle attuali disomogeneità dei Centri per l’impiego, sia in termini di organizzazione ( aggregazioni territoriali e bacini di utenza per zone ) che di gestione (diretta con personale dipendente, società in house, esternalizzata tramite incarichi e consulenze, appalti a società private), per giustificare in una prima fase una riallocazione a livello regionale dei compiti che erano in parte svolti a livello provinciale.
Questo nuovo centralismo regionale nasce anche per la incapacità delle Province di adottare un unico e definito modello di gestione delle attività.
Diventa facile, per chi dall’ alto considera numeri le centinaia di attuali occupati nei servizi all’ impiego della Toscana, ridisegnare il sistema in forma di Agenzia Regionale, che partendo dagli iniziali compiti di programmazioni preveda in un futuro immediato una articolazione periferica dei nuovi centri legandola ai “sistemi economici locali” quale livello ottimale di erogazione e gestione dei servizi.
Fra l’altro l’ agenzia punta anche ad estendere le proprie attività in una visione sempre di meno servizio pubblico, e sempre più erogatrice di prestazioni al fine di acquisirne anche per conto di soggetti terzi gestori di politiche passive.
L’ obiettivo politico è legato al progressivo smantellamento dell’ Ente pubblico inteso come erogatore di servizi e come tale di attività ritenute strategiche in termini di indirizzo e controllo. Il fine è incentivare invece una concorrenzialità gestionale operativa in prospettiva che sarà usata per diminuire l’ occupazione diretta negli enti pubblici ( ancorchè erogatori di politiche attive o passive del lavoro) e nella creazione di occupazione precaria, nella logica renziana dell’ incertezza delle tutele graduali e indefinite nel tempo e con salari sempre più ridotti.
Se a questo aggiungiamo il tentativo che si sta facendo in Toscana per riallocare le competenze gestionali in materia di formazione professionale, appare chiaro che l’ intera operazione non può che fondarsi su compromessi. Il processo di riordino infatti si baserà sulla ricerca di consenso da parte della politica e sulla disponibilità delle parti sociali ( organizzazioni datoriali e sindacali confederali ) molto interessate da tempo a partecipare al “banchetto” della gestione delle risorse destinate alla formazione dimenticandosi per altro delle decine di precari che operano da anni nei centri per l’ìimpiego
Cobas Pubblico Impiego
In allegato il documento preliminare
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/03/Doc.prel_.pdf
COBAS PUBBLICO IMPIEGO
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