Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Note della Confederazione Cobas per audizione Commissione Lavoro Camera dei deputati del 31/03 “Decreto lavoro-job act”

Postato il 1 Aprile 2014 | in Italia, Lavoro Privato, Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato | da

NOTE DELLA CONFEDERAZIONE COBAS PER L’AUDIZIONE DEL 31 MARZO,

IN MERITO AL “ DECRETO LAVORO- DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTRATTO A TERMINE E DI APPRENDISTATO”.

La drammatica carenza occupazionale – in particolare quella giovanile- dentro la persistenza della crisi sistemica prodotta dallo speculativo sistema bancario-finanziario mondiale, non può diventare l’occasione per il governo di legittimare  ciò che tuttora è deprecabile e sanzionabile.

L’accelerazione per la messa in atto dei provvedimenti legislativi, riduce la possibilità di una attenta valutazione del disastro che si viene a compiersi a fronte del diritto e delle tutele del lavoro.

L’intero testo del “ decreto lavoro “ è da rigettare in toto, in quanto teso ad eliminare qualsiasi vincolo normativo in merito ad “ assunzioni-licenziamenti-dignità del lavoro”, demolendo così i principi stabiliti nella Costituzione e oltremodo fissati nella legislazione  italiana  , in particolare dalla legge 300/70 2 Statuto dei Lavoratori”.

La liberalizzazione dei “contratti a tempo determinato e di apprendistato” , rendendoli più convenienti per il padronato, sta lì a dimostrare la totale legalizzazione della precarietà del lavoro e dell’esistenza, in netto contrasto con i fondamenti Costituzionali , del Trattato UE e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

La logica spietata che se ne ricava è che il governo – nel caso caratterizzato dalla componente di centrosinistra – intende perseguire la condanna al “ vivere per lavorare, senza diritti né futuro” , piuttosto che il “ lavorare per vivere e progredire” , la consuetudine ancora promessa dal sistema capitalistico !

In particolare.

Per il contratto a tempo determinato, le “ 8 proroghe, stesso lavoro e padrone , anche per lavori non temporanei” sono la condizione capestro a cui condizionare indefinitivamente le giovani generazioni. Dato che il padrone, trascorsi 3 anni di questa routine può “licenziare senza preavviso né indennità”, il lavoratore che ha faticato a testa bassa per lui nella speranza di vedere stabilizzata la sua posizione di lavoro. Ma al padrone chi glielo fa fare di stabilizzare a tempo indeterminato il lavoratore quando ha a disposizione un meccanismo così ben oliato ?!

Dunque questo decreto non si propone alcuna stabilità, nessuna possibilità del passaggio a tempo indeterminato, in quanto l’offerta di lavoro  prevista è  esclusivamente a tempo determinato !

Di più viene detto che l’utilizzo del tempo determinato riguarderà il 20% delle maestranze, cifra di per se già consistente, ma “derogabile” , vista la deregulation introdotta nelle contrattazione collettiva che dispone la “deroga ad agire altrimenti”, tant’è che la recente firma del CCNL “legno-lapidei”, porta la cifra dei contratti a tempo determinato al 50% !

Per quanto attiene l’apprendistato, “ vengono aboliti i vincoli per la stabilizzazione e la formazione diventa facoltativa, non obbligatoria la forma scritta per il piano formativo individuale”.

Questo è l’altro strumento attraverso il quale la precarizzazione del lavoro si fa eterna , dagli iniziali  16 anni a fine vita, visto che la pensione in queste condizioni di precarietà è una barzelletta  , ridicola e tragica allo stesso tempo.

Fino agli anni ’80 , l’accesso all’assunzione dei lavoratori era regolato dal superamento del “periodo di prova” – 3 mesi per gli operai, 6 mesi per i diplomati, 12 mesi per i laureati – ovvero il tempo sufficiente e necessario per l’apprendimento-inserimento nel ciclo produttivo.

Ora quel tempo è dilatato in “ 10 anni”, ovviamente solo ai fini degli sgravi  retributivi e contributivi per il padrone, in quanto il lavoratore è inserito pienamente nel ciclo produttivo già a partire dalla seconda settimana del contratto di apprendistato !

Il turbo capitalismo , senza vincoli né regole che questo decreto e il “job act”assecondano, mentre nega sviluppo e armonia sociale – in Spagna , che lo adotta da 30 anni, vigono “ salari più bassi e meno ore lavorate”, l’economia è sempre sull’orlo del default – produce di conseguenza sottrazione della  sicurezza del lavoro e moltiplicate malattie professionali : gli oltre 1200 morti di lavoro annui

e il 1,5 milioni di “ incidenti sul lavoro” sono lì a testimoniarlo.

UN ALTRO MODELLO DI LAVORO E  DI SOCIETA’  SONO POSSIBILI !

E’ possibile “ lavorare meno , lavorare tutti” riducendo la giornata lavorativa e l’orario di lavoro.

E’ necessaria la formazione permanente per lavori socialmente utili alla società .

E’ giusto investire nel : ciclo primario-trasformazione prodotti , anche al fine del “consumo responsabile” ; artigianato-industria-ricerca , per le energie rinnovabili, la mobilità collettiva, la comunicazione per la democratica partecipata  ; la riduzione di consumo di materie prime e  scarti-sprechi; beni comuni,servizi universali e alla persona ; tutela biodiversità-ecosistema ; ambiente-territori  ecocompatibili.

Da questa devastante crisi economico-sociale se ne esce  solo con più rispetto per la dignità umana e del benessere sociale, non con il dispregio e l’annichilimento della persona-lavoratore previsti dal “ decreto lavoro “, dal job act e sue applicazioni.

Roma 31 marzo 2014                                                              CONFEDERAZIONE  COBAS

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