November 30, 2024
L’assurda morte di Zakir Hossain, lavoratore bengalese, è stato un colpo assurdo per una città che si ritiene civile e accogliente.
Domenica notte è invece emersa drammaticamente la realtà: la città è in pieno degrado e le scelte dell’Amministrazione comunale di rendere il centro un “salotto buono” è miseramente fallito.
E’ chiaro ormai che se si caccia dai quartieri storici gli abitanti popolari, non resta alcun presidio di controllo sociale e civile, nessuna collettività solidale e ognuno vive rintanato nel proprio, magari lussuosamente ristrutturato, appartamento nel centro di una città ormai morta, essiccata dalle attività e dalla vitalità popolare, abbandonata alla privatizzazione, alla speculazione e alla occupazione da parte di catene multinazionali anonime e seriali.
La concezione della città vetrina sta provocando la desertificazione delle attività commerciali: il modello di società mercificata, dove i diritti dei lavoratori non contano nulla, in cui i migranti sono vissuti come un intralcio e concorrenti da allontanare al più presto, dove xenofobia e razzismo diventano sempre di più la mistificazione delle reali responsabilità dei poteri forti e delle forze politiche che li rappresentano, il PD per primo, sta provocando una vera e propria degenerazione del tessuto sociale.
Svuotare le strade e la piazze del centro storico più che riqualificare ha provocato abbandono e degrado, mentre si mette in vendita la città a spettacoli pubblicitari, privi di qualsiasi interesse culturale, artistico, storico.
Sempre più si diffonde il branco, costituto da violenti che provocano risse e aggressioni specialmente contro i migranti, vittime predilette della violenza brutale di una sorta di squadrismo ancora embrionale, ma pericolosissimo.
Non è purtroppo un episodio isolato: la comunità democratica e solidale della città deve reagire e vigilare affinché questi episodi di aggressione abbiano termine e non sfocino in forme di fascismo esplicito.
La Confederazione Cobas esprime la totale solidarietà a tutti i lavoratori migranti, contro chi ha fatto dell’indifferenza e dell’egoismo il fondamento di una gestione antipopolare e ideologica della città.
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