November 29, 2024
Noi siamo favorevoli alla salvaguardia dei luoghi di tutti, ossia gli «spazi pubblici»: la piazza, il palazzo del Comune (cioè comune, di tutti), la fontana, la chiesa, la biblioteca, il centro sociale aperto e non soggetto alle regole della mercificazione.
Numerosi statuti comunali di 8\9 secoli fa spiegavano che i cittadini dei vari quartieri potevano edificare la casa non prima di avere costruito piazza, chiesa e fontana, insomma le cose della collettività venivano prima delle cose private.
La premessa è d’obbligo soprattutto a Pisa perché Filippeschi da anni sta costruendo una città vetrina: in 20 anni i ceti popolari sono stati espulsi dai centri storici e con loro le attività artigianali e commerciali, negli ultimi tempi sono sorti piccoli bazar gestiti da migranti aperti 15 o 17 al giorno (festivi inclusi) con paghe da fame per i lavoratori.
La Giunta Filippeschi ha disatteso gli impegni presi per la biblioteca delle Piagge prima riducendo gli organici e con essi anche l’apertura al pubblico poi dimenticandosi di attrezzare l’area verde per trasformarla in un centro di raccolta delle attività sociali e culturali, analogo discorso va fatto per il vicino polo Sms sottoutilizzato.
Ora arriva la proposta (insana) di chiudere il centro storico con i cancelli dopo averlo desertificato lasciandolo nelle mani di mille bar\pub (chi ha dato l’autorizzazione alla apertura di un locale ogni dieci metri , chi stanzia fondi per il Giugno pisano lasciando vuote le piazze di eventi culturali o auso esclusivo delle associazioni dei commercianti non può certo ergersi a moralizzatore delle piazze), affermando un modello di città vetrina dove gli spazi di tutti sono penalizzati a uso dei pochi.
Un altro discorso andrebbe fatto per l’uso della Pm, oggi si scoprono i distaccamenti sul litorale e a Pisa est (stipandoli in luoghi non idonei) ma per anni si sono lasciati vigili solo nel centro storico ad occuparsi dell’abusivismo commerciale (quello edilizio no e perché?)
A chiudere il cerchio la giornata della solidarietà che vede impegnato il comune e le scuole, una giornata dal sapore militarista (perché la Giunta non prende posizione sulle torture dei militari nelle missioni “umanitarie documentate anche in TV??) ribattezzata eufemisticamente giornata della solidarietà e della legalità (chi la promuove ricopre incarichi politici nella coalizione che sostiene Filippeschi).
E’ questa la città che volevamo, una città dove si chiude la esperienza del Municipio in nome di una legalità che lascia i luoghi comuni nel degrado e nell’abbandono permettendo a immobiliari\sti di lasciare vuote migliaia di case (interi palazzi nel quartiere della stazione)?
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