November 30, 2024
E’ sempre più divaricata la forbice se perfino il Censis parla di ricchezza e patrimoni sempre più squilibrati. I dieci uomini più ricchi d’Italia dispongono di un patrimonio di circa 75 miliardi di euro, pari a quello di quasi 500mila famiglie operaie messe insieme.
Fatti due conti ci sono in Italia 2000 italiani che fanno parte del club mondiale dei super ricchi, dei paperoni con un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi di euro (senza contare il valore degli immobili): questo vuol dire che lo 0,003 per cento della popolazione italiana possiede una ricchezza pari a quella del 4,5 per cento della popolazione totale.
Con le privatizzazioni, la differenza salariale tra dirigenti e operai è cresciuta a dismisura e mediamente se prima il rapporto era di uno a uno a tre solo 20 anni fa, oggi in media arriva a uno a sei, ovviamente esclusi i manager.
Prendiamo per esempio il cud di un dirigente degli enti locali di un Comune su 100 mila abitanti. Il cud del dirigente va attorno a 90 mila euro all’anno quando in media un dipendente arriva a 26 mila euro solo se in possesso di indennità, salario accessorio, altrimenti si ferma a qualche migliaio di euro in meno.
La differenza tra impiegati e operai e dirigente è sempre più grande come accentuata la disparità sociale, questa è la fotografia di un paese nel quale le disuguaglianze sono il prodotto del liberismo e delle privatizzazioni.
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