November 30, 2024
Il 25 aprile a Lisbona. Quest’anno in Portogallo si celebrano i quarant’anni dalla rivoluzione dei garofani scoppiata proprio alla mezzanotte del 24 aprile con la messa in onda su una radio cattolica, con venature popolari, della canzone Grandola vila morena di José Afonso, che era vietata fare passar in radio ma che tutti conoscevano e che era venduta nei negozi, incisa nei dischi del cantautore ancora oggi molto amato e famoso, morto nel febbraio 1987.
Si possono vedere per le strade del paese, nelle città, cartelloni di fotografie in bianco e nero del giorno della rivoluzione e dei giorni successivi. Mostre , incontri di vario tipo si susseguono. Anche i dirigenti dei paesi lusofoni che si sono resi indipendenti nei mesi successivi, quarant’anni fa, si sono trovati per un discutere di quello che accadde. C’erano i leader di allora di Angola, Mozambico, Guinea e Capo Verde, le colonie portoghesi in Africa.
Nel Museo do oriente, a Lisbona, poi si possono ammirare i risultati dell’influenza profondissima di questo colonialismo povero, che arrivava sino in India e Cina, e che aveva toccato per primo anche l’Indonesia. Insomma una ventata di globalizzazione culturale e politica, anche se colonialista, che si può incontrare specialmente in questi giorni nella bella città portoghese.
Libri di coloro che hanno avuto un impatto forte allora, quarant’anni fa, stampati di nuovo o ristampati – due soli nomi: Alvaro Cunhal, il segretario del PCP, morto nel giugno 2005; Otelo de Carvalho, uno dei capitani della rivoluzione, uomo politicamente sempre presente sulla scena di sinistra ed estrema sinistra portoghese, tutt’ora vivente.
Sono stati anche ristampati dischi di José Alfonso, l’ultimo concerto tenuto a Lisbona poco prima di morire, nel quale canta, con tutto il pubblico, pure la canzone di cui abbiamo detto sopra. Altri cd la riportano in ogni modo. Insomma un ricordo vivo nella storia portoghese ed ancora ricco di significato. In fondo sono solo quarant’anni. Ma anche per questo 25 aprile solo un inizio di un percorso possibile, poi non realizzato.
Tra poco anche lì le elezioni europee. I sondaggi danno il PS, che nel simbolo riporta il pugno chiuso su un mondo reticolato, in testa con circa il 36%. I suoi voti sarebbero superiori a quelli dei due partiti della destra messi assieme, che arriverebbero al 34% circa. Il PCP, con il simbolo della falce, martello e stella, è dato al 12% mentre il Bloco de Esquerda al 7%. Quest’ultimo è un raggruppamento di diverse tendenze di sinistra, con risultati elettorali alterni. Il governo invece è ora al centro destra.
Il paese è davvero molto povero, Specialmente al di fuori della capitale, il luogo più ricco. Il livello medio è basso. La povertà e lo stato di abbandono di molte abitazioni, anche il turista distratto la può cogliere con facilità. I prezzi delle merci e dei servizi è altalenante. I tram ad esempio costano più che in qualunque città italiana ma funzionano male.
Vedere i risultati della sudditanza alle direttive europee, i risultati vivi nella carne del Paese fa davvero male. Un altro luogo da aggiungere ai molti che vengono vampirizzati dalle imposizioni di Bruxelles. Perciò un atto di profonda umanità anticolonialista, accaduto quattro decenni fa, che aveva fatto alzare grandi aspettative di vita migliore, si è poi spento nel tempo nel gorgo di un sistema globalizzato dal quale pare proprio non si possa uscire. Un’altra speranza soffocata.
Lascia un commento