November 30, 2024
Giro a tutti (in verità con un bel po’ di ritardo) quanto mi scrive Valerio Gennaro, medico epidemiologo dell’IRCCS di Genova (CTS Medici per l’Ambiente e di Medicina Democratica).
Non sono in grado di entrare nel merito della discussione da lui lanciata, in quanto non sono un medico, ma un ingegnere, anche se entrambi (Valerio e io) ci occupiamo di tutela della salute dei lavoratori.
Posso però riassumere i temi fondamentali della discussione lanciata da Valerio in due aspetti:
La buona pratica dell’approccio epidemiologico alla valutazione del rischio da agenti nocivi per la salute all’interno di una azienda si avvale di una analisi statistica che valuti i rischi delle attività svolte da gruppi omogenei di lavoratori (o mansioni lavorative), nonché a sesso ed età dei lavoratori, al fine di individuare un nesso causale tra patologie e agenti nocivi presenti negli ambienti di lavoro (chimici, incluso agenti cancerogeni, fisici, biologici, rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, ecc.).
Tale approccio è richiesto espressamente dalla normativa di tutela della salute dei lavoratori.
All’interno del D.Lgs.81/08 infatti sono numerosi i richiami in tal senso.
Ad esempio la lettera a) dell’articolo 25, comma 1, mette il medico competente, insieme al datore di lavoro e al Servizio di Prevenzione e Protezione, al centro del processo di valutazione dei rischi e di definizione degli interventi di prevenzione e protezione della salute dei lavoratori:
Tale principio è poi esemplificato, per quanto riguarda l’analisi epidemiologica dalla lettera i) del medesimo comma 1:
Il principio della centralità del medico competente nella valutazione del rischio è poi ripresa dall’articolo 29, comma 1:
Pertanto l’approccio epidemiologico è una metodologia di valutazione dei rischi per la salute presenti nei luoghi di lavoro, espressamente richiesta dalla normativa vigente.
Ciò nonostante non mi è mai capitato nella mia attività lavorativa di visionare un documento di valutazione del rischio redatto anche sulla base di un’analisi epidemiologica, mentre ritengo che tale contributo sia fondamentale per una corretta identificazione dei rischi per la salute.
Premesso quanto sopra, invito chiunque (medico, tecnico della prevenzione, lavoratore) voglia dare il suo contributo alla interessante attività svolta da Valerio a contattarlo direttamente al suo indirizzo: valerio.gennaro@hsanmartino.it, valerio.gennaro52@gmail.com mettendo il sottoscritto per conoscenza.
In allegato lo studio:
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/05/AIRTUM-Gennaro-DEFINITIVO.pdf
Marco Spezia
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