Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il «fuoco amico» del bombardiere nucleare

Postato il 16 Giugno 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Il «fuoco amico» del bombardiere nucleare

di Manlio Dinucci

La notizia che 5 soldati Usa sono stati uccisi da «fuoco amico» in Afghanistan è molto più significativa di quanto apparso sui media. Si è evitato infatti di dire che i cinque – non semplici soldati ma membri delle forze speciali (quelle che operano oggi nella guerra coperta in Afghanistan) – sono stati uccisi per errore da un bombardiere B-1 da loro stessi chiamato per distruggere una postazione nemica. Il B-1 Lancer, prodotto negli anni ’80 in cento esemplari, è un bombardiere stealth da attacco nucleare, capace di volare senza rifornimento per oltre 12mila km.

Con la fine della guerra fredda, 68 sono stati convertiti per trasportare anche armi non-nucleari, in particolare bombe a grappolo, bombe a guida Gps e missili cruise. Usato per bombardare l’Iraq nel 1998 e la Jugoslavia nel 1999, il B-1 è stato massicciamente impiegato in Afghanistan dal 2001 e in Iraq dal 2003. In un video su YouTube (B-1B Lancer Dropping Cluster Bombs, 8 nov. 2011), si può vedere mentre sgancia bombe a grappolo su un villaggio afghano.

Dato che i B-1B Lancer possono trasportare anche bombe e missili nucleari, il loro uso in una azione bellica reale permette di migliorarne l’efficienza anche per un eventuale impiego in un attacco nucleare.

Lo stesso avviene con i bombardieri strategici Usa B-2 Spirit: concepiti per l’attacco nucleare, sono stati usati con armi non-nucleari nelle guerre contro la Jugoslavia, l’Iraq e la Libia. Due B-2 Spirit sono giunti domenica dagli Usa nella base inglese di Fairford, unendosi a tre fortezze volanti B-52. «Lo schieramento in Europa di bombardieri strategici Usa – ha dichiarato l’ammiraglio Haney, capo del Comando strategico – rafforzerà l’interoperabilità con i nostri alleati». Compresa l’Italia, diligente custode di bombe nucleari Usa.

(tratto da Il Manifesto, 13 giugno 2014)

   Invia l'articolo in formato PDF   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Tag Cloud