November 30, 2024
Pubblichiamo un interesante articolo di Francesco Schettino già edito presso la rivista La Contraddizione n. 147
Su un numero pressoché incalcolabile di articoli pubblicati in passato, avevamo talvolta persino ridicolizzato la strenua caccia al capro espiatorio montata dai media di tutto il mondo per nascondere la natura stessa della crisi del capitale, che è invece immanente al sistema stesso. Già molte volte avevamo sottolineato come il fatto di addossare le colpe periodicamente ad un soggetto diverso (più di un centinaio ne furono contati già pochi mesi dopo il crollo di Lehman Brothers: ma tra i più menzionati non possiamo dimenticare i mutui subprime, la finanza “sconsiderata”, le agenzie di rating, l’atteggiamento psicologico di berluschina memoria e chi più ne ha più ne metta) fosse un viatico utilizzato dal sistema stesso per distogliere l’attenzione dal fatto che, quella del 2008, fosse l’emersione fenomenica della crisi in cui il capitale mondiale, ossia come sistema, era incappato almeno dall’inizio degli anni settanta (cosa di cui abbiamo tentato di dare contezza ben prima dell’esplosione di quel bubbone che covava sotto la pelle del modo produzione attuale da tempo). Abbiamo quindi provato a dare adeguato risalto al fatto che la contabilità della crisi, ossia l’incremento del numero di disoccupati, il crollo della produzione industriale, la polarizzazione di classe, e tutti gli altri nefasti indicatori, fossero in linea con un’interpretazione della crisi che andasse oltre una semplice caccia alle streghe, basandosi su una visione più complessa e complessiva delle cose, ossia del modo di produzione in quanto tale, e delle sue leggi che lo regolano immanentemente.
Leggi tutto l’articolo di Schettino nel documento in allegato
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/06/neurofobia_contraddizione147.pdf
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