November 29, 2024
Il presidio del 30 giugno , poi spostato al 2 luglio, con la presenza di 200 persone ha dato luogo a vari incontri :
il 30-6 siamo stati ricevuti in delegazione di 5 dal Ministro Giuliano Poletti e dai dirigenti del Ministero del Lavoro
il 2-7 gli Esodati in Presidio a Montecitorio ed al MEF in occasione della discussione in aula della sesta salvaguardia ( di cui siamo contenti , ma anche insoddisfatti perché ci promettevano da mesi la salvaguardia DEFINITIVA per TUTTI gli esodati cioè : a fronte di un uguale diritto ( accordi o diritti prima del 6.12.2011) una uguale risposta e cioè l’erogazione della pensione secondo le previgenti norme per TUTTI ) abbiamo parlato con parlamentari di vari gruppi politici in Piazza Montecitorio e una nostra delegazione ha incontrato il gruppo PD : Damiano, Gnecchi Fassina e altri 8 parlamentari PD – con un On Cesare Damiano che ci ha delusi : lui vuole APA o contributivo per gli Esodati dopo il 6.01.2016 – Gnecchi e altri parlamentari PD , SEL , Lega Nord NO – vedi sotto 2 articoli rivelatori
il 3-7 una delegazione ha incontrato il consigliere giuridico del Presidente della Repubblica Montedoro.
il 4-7 abbiamo ottenuto un incontro con On. Baretta ( il 2-7 aveva altri impegni ) con la presenza di 70 persone al presidio al MEF il 2 luglio pomeriggio
sotto c’è una proposta di lotta che va ovviamente definita col contributo di TUTTI gli Esodati
+ sotto report dei precedenti incontri
qui si inizia con il racconto dell’ultimo incontro con On Baretta del 4 luglio
L’On. Baretta rappresentava “il MEF e la RGS ” entrambi ( MEF Ministero Economia e Finanza – RGS Ragioneria Generale dello Stato ) nell’incontro del 4 luglio con una delegazione di 16 persone dei comitati esodati.
Il sotto segretario ha affermato che avrebbe preferito una salvaguardia DEFINITIVA per sanare errori e problemi generati dalla Riforma Fornero e anche per consentire altri provvedimenti quali ad es. reperire le risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali e altro (CIG e mobilità in deroga).
Ciò è bloccato da una NON DEFINITIVA scelta per gli esodati e in sintesi quindi, altre salvaguardie parziali – anno per anno – NON sono gradite al MEF.
Il MEF ( Ministero Economia e Finanza ) pur non essendo soddisfatto della via imboccata con la 6^ salvaguardia, ha comunque consentito al Ministro del Lavoro (utilizzando fondi propri del MDL – i risparmi delle precedenti salvaguardie – e fondi FOSF del Ministero del Lavoro) di redigerla e l’ha comunque approvata (non ci ha messo un euro e non ci metterà nuove risorse dal bilancio dello Stato se non per una scelta definitiva per tutti – esodati e non – con differenziazioni per esodati , ferrovieri , quota 96 e altri – usuranti ? ).
La RGS (Ragioneria Generale dello Stato) ha verificato i conti della 6^ salvaguardia, l’uso dei risparmi, ha certificato la possibilità di usarli e, come si dice in termini tecnici, ha “bollinato ” (autorizzato) l’ emendamento 1.100 del Governo – che ha eliminato la pdl 224.
Utilizzare fondi delle precedenti salvaguardie è una scelta del Ministro del Lavoro che ha eroso le disponibilità dei risparmi dei 5 decreti – anche se da destinare agli esodati – per una scelta DEFINITIVA.
Il MEF non è più disponibile a stanziare alcuna risorsa economica se non si imbocca e si decide per una soluzione definitiva per tutti, con qualche differenziazione e facilitazione per gli esodati- per rimediare agli errori della Riforma Fornero . Attenti che non ha parlato di salvaguardia definitiva per esodati ma di soluzione definitiva per tutti.
Abbiamo chiesto quale scelta tra quelle di cui si vocifera, è preferita dal MEF (prestito pensionistico, quota 100, contributivo per tutti, flessibilità con penalizzazioni – tutte con minimo di 62 anni di età e 35 di contributi) e l’ On. Baretta ci ha risposto che sono tutte e 4 allo studio e da discutere con le Commissioni parlamentari e Governo.
Per spingere a svelare il pensiero del MEF ho richiesto dei chiarimenti , con un esempio, al fine di capire meglio.
Ipotizzando che il MEF preferisca la soluzione della flessibilità con penalizzazioni ( Baretta è stato co firmatario della proposta 847 di Cesare Damiano ) che qui sintetizzo : flessibilità a 62 anni di età (requisito minimo anagrafico) e 35 anni di contributi (requisito minimo contributivo) con penalizzazione (esempio 8% a 35 di contributi etc.)
Ho chiesto : è consentito ridurre il limite anagrafico (62 anni) o quello contributivo ( 35 anni di contributi ) per esodati ?oppure possono essere ridotte per gli esodati le penalizzazioni ? e magari consentire di recuperare anni di contributi pregressi non versati.
Molte donne esodate dovevano andare in pensione di vecchiaia a 60 anni è consentito per loro ridurre il limite anagrafico (62 anni) o quello contributivo ? (ci sono molte donne esodate che hanno 30 – 31 o 32 anni di contributi e non hanno i soldi per arrivare a 35). Ad esempio una donna che puntava ai 60 anni, avendo 57 anni di età e 32 di contributi – non versava contributi (sia perché non aveva le risorse, sia perché arrivava ai 60 anni a breve per raggiungere la pensione di vecchiaia prima della Riforma Fornero).
L’On. Baretta ci ha risposto che il minimo di 35 anni NON può essere toccato – si potrà consentire di versare contributi per raggiungerli – ed è allo studio la possibilità di versare più dei 6 mesi pregressi consentiti ora.
L’On. Baretta ha risposto inoltre di non volere ridurre il limite anagrafico (62 anni) per gli esodati e le facilitazioni potranno riguardare eventualmente minori penalizzazioni per gli esodati stessi.
Non ha escluso altre soluzioni definitive (quota 100, contributivo per tutti gli esodati, APA = prestito pensionistico di 2 anni o un MIX di questi ): dipenderà da scelte politiche che il Governo effettuerà con i parlamentari.
Da news di oggi vedi 2 articoli sotto – sembra che Poletti abbia già deciso soluzioni – a noi NON gradite – sta a noi impedirle con la LOTTA
ABBIAMO CAPITO CHE IL GOVERNO E IL MEF IN FUTURO NON HANNO INTENZIONE DI METTERE IN CAMPO RISORSE NECESSARIE PER GLI ESODATI e COMUNQUE DI SPENDERE IL MENO POSSIBILE PER TUTTI o NULLA per gli ESODATI . da news di oggi
I COMITATI HANNO DICHIARATO DI NON ESSERE SODDISFATTI SE LE SCELTE DEL GOVERNO SARANNO COSI’ PER TUTTI e SE I RISPARMI DEI 5 DECRETI NON SARANNO USATI SOLO PER GLI ESODATI.
NOI chiediamo la salvaguardia DEFINITIVA per TUTTI gli esodati cioè chi ha accordi o diritti prima del 6.12.2011 deve avere una uguale risposta e cioè l’erogazione della pensione secondo le previgenti norme – senza porre alcuna data limite – anche perché i numeri sono molto decrescenti anno per anno e se li rendessero noti scopriremmo che sono meno di 50.000 esodati rimanenti ( fate una scommessa tra me e Mauro Nori ?)
NOI lotteremo anche fino al 2022 per ottenere la salvaguardia DEFINITIVA per TUTTI gli esodati con norme previgenti alla Riforma Fornero – che è stata una MANOVRA una rapina non a 390.000 esodati – ma a molti meno – ma SEMPRE UNA VERGOGNOSA RAPINA di MONTI FORNERO – che pagheranno perché a tempo debito noi li porteremo in Tribunale – per aver colpito furbescamente 300.000 esodati ( o meno ) invece di colpire con progressività TUTTI gli ITALIANI – INIZIANDO dai PIù RICCHI.
Non vogliono dare i numeri degli esodati ma noi li ESIGIAMO e sapremo trovarli con la LOTTA anche se ci vogliono anni e metteremo il parlamento e i ministri di fronte alle loro responsabilità e rivendichiamo GIUSTIZIA e la salvaguardia DEFINITIVA per TUTTI gli esodati – non una soluzione con APA prestito pensionistico o contributivo puro ( perdita del 30 – 40 % di pensione ) dopo il 6.01.2016. da news di oggi
claudio
Proposta sintesi di lotta
che va ovviamente definita col contributo di TUTTI Abbiamo tempo , ma non troppo 10 gg
LA LOTTA DEVE CONTINUARE : cercano di fiaccarci, di rassegnarci e dividere il movimento: non ci riusciranno.
Dobbiamo condividere metodi di lotta e le azioni da adottare per OTTENERE UNA SALVAGUARDIA DEFINITIVA SOLO per ESODATI – non una soluzione DEFINITIVA CHE CI DERUBA
metodi di lotta e le azioni : esempio : essere presenti quando ci sono ministri o parlamentari, Renzi, Del Rio, Poletti Damiano a eventi – feste di partito, convegni, un PRESIDIO A SETTEMBRE + altre iniziative : mail a parlamentari per chiedere a fine luglio una proposta di legge rieditata da portare in commissione lavoro entro settembre ).
claudio
articolo da leggere bene non è quello che vogliamo
http://www.dgmag.it/altro/mondo/societa/lavoro/riforma-pensioni-renzi-le-soluzioni-gli-esodati-94955
La soluzione al problema pensioni esodati potrebbe arrivare con la prossima Legge di Stabilità che sarà presentata dal governo entro il prossimo 15 Ottobre. L’ipotesi più probabile è quella proposta dell’ex-ministro del Lavoro Enrico Giovannini che aveva individuato la soluzione del cosiddetto prestito pensionistico.
Con questa formula si potrebbero mandare in pensione le persone alle quali mancano due anni dei requisiti previsti dalla Legge Fornero per il ritiro dal lavoro: 42 anni e 6 mesi per la pensione anticipata ( 62 anni salvo anticipi con penalizzazioni di 1 % da 60 a 62 anni e 2 % da 58 a 59 anni – mia nota ) e 66 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia. L’intenzione poi sarebbe recuperare le somme date in anticipo attraverso un sistema di micro prelievi sull’assegno pensionistico. Se approvata la soluzione studiata per gli esodati potrebbe includere tutti coloro che hanno lasciato il posto di lavoro dopo il 2011 e che diversamente non potrebbero usufruire delle tutele che il governo ha approntato in materia di esodati durante questi anni.
In un primo momento dunque lo Stato e l’Inps si farebbero carico degli oneri contributivi garantendo la pensione agli esodati. La decurtazione tramite micro prelievi interverrebbe in un secondo momento e durerebbe per 10 o 15 anni a seconda dei casi nella misura del 5-8% sull’assegno mensile, lo scopo è restituire allo stato i soldi anticipati per la pensione. ( è un pericolo reale per esodati NON COSTA NULLA questa scelta a uno Stato e un INPS incompetente- mia nota)
Un’idea allo studio è quella di coinvolgere anche il datore di lavoro ( per i NON esodati , ma per chi lavora ancora- mia nota) nel versamento dei contributi in cambio, come controparte, avrebbe la possibilità di licenziare i dipendenti prossimi all’età pensionabile.
Una seconda ipotesi sarebbe la proroga dell’opzione donna (al momento però se ne sono perse le tracce) che fino al 2018 consentirebbe a tutti i lavoratori di andare in pensione con 57 anni e 3 mesi di età (58 anni e 3 mesi per i lavoratori autonomi) unitamente al raggiungimento di 35 anni di contributi. ( ma questa è COSTOSISSIMA se estesa a TUTTI i lavoratori anche se si va con il contributivo perdendo il 30 – 40 % di pensione – mia nota )
altro articolo da leggere bene non è quello che vogliamo
Pensioni ed esodati, le possibili soluzioni di Poletti
Un anticipo sui futuri assegni Inps, da restituire poi a rate come una sorta di prestito . Ecco le idee studiate dal governo per salvare chi è rimasto beffato dalla riforma Fornero
http://economia.panorama.it/lavoro/pensioni-esodati-prestito-poletti
di Andrea Telara
In pensione prima del tempo, con una sorta di anticipo sui futuri assegni Inps, da restituire poi a rate come se fossero in prestito. E’ la soluzione che il ministro del lavoro, Giuliano Poletti , starebbe studiando per risolvere in maniera definitiva il problema degli esodati. Si tratta, per chi non li conoscesse ancora, dei tanti lavoratori italiani che, negli anni scorsi, si sono accordati con la propria azienda per mettersi in mobilità (o in esodo ) in anticipo e che oggi corrono il rischio di rimanere senza stipendio e senza pensione. Colpa della riforma previdenziale dell’ex-ministro Fornero che, nel 2012, ha innalzato di colpo l’età del pensionamento.
LA LEGGE SALVA-ESODATI
La scorsa settimana, il ministro Poletti ha salvaguardato altri 32mila esodati, che si aggiungono ai 140mila circa già tutelati dai governi Monti e Letta ( sono 162.130 – ma reali sono solo meno di 90.00 esodati con certificazioni – mia nota – vedi sotto ) (con vari decreti che permettono di andare in pensione con le vecchie regole, in vigore prima della legge Fornero). Siccome il numero totale degli esodati è stimato nell’ordine di 400mila unità, restano ancora da salvaguardare più di 200mila persone ( è un dato NON esatto sono forse meno di 50.000, ma INPS NON lo rivela apposta – è un segreto di Stato – mia nota ) . Come? Il ministro Poletti vorrebbe smetterla con le misure-tampone e adottare un provvedimento che metta definitivamente in salvo tutti gli esodati, dal 2016 in poi ( NON GLI COSTA NULLA , ma noi non siamo d’accordo – mia nota )
L’ipotesi (che per il momento resta tale) è appunto quella del prestito pensionistico che, a dire il vero, non è proprio una grande novità. Il primo a ventilare questa soluzione è stato Enrico Giovannini , predecessore di Poletti nella carica di ministro del lavoro.
GLI ESODATI E IL GOVERNO LETTA
In pratica, un esodato vicino alla pensione avrebbe la possibilità di ritirarsi con due anni in anticipo rispetto ai requisiti in vigore oggi: per esempio a 64 anni e tre mesi di età, anziché a 66 anni e 3 mesi come stabilisce invece la legge. Oppure con 40 anni e mezzo di contributi, anziché con 42 anni e 6 mesi come prevede la riforma Fornero ( può essere una interpretazione erronea del giornalista – la pensione anticipata è a 62 anni con 42 anni e 6 mesi per uomini e con 41 anni e 6 mesi per donne – salvo anticipi con penalizzazioni di 1 % da 60 a 62 anni e 2 % da 58 a 59 anni – mia nota ). Gli assegni Inps percepiti per i primi due anni verranno poi restituiti dallo stesso esodato con delle trattenute sulle pensioni future, nell’ordine di qualche decina di euro al mese ( 5 – 8 % può esseredi più di qualche decina di euro al mese), applicate per un periodo di tempo molto lungo, ad esempio per dieci o quindici anni.
Resta da capire se questo meccanismo basterà davvero per mettere in salvo tutti gli esodati italiani. C’è chi pensa di no visto che, tra i lavoratori beffati dalla riforma Fornero, ci sono molte persone che nel 2012 avevano addirittura 30 o 35 anni di contributi e poco meno di 60 anni di età. Questi lavoratori sono dunque molto lontani dalle soglie minime per accedere al prestito pensionistico salva-esodati.
Di conseguenza, i tecnici del ministero stanno studiando una sorta di Piano B: consentire a tutti gli esodati di accedere al pensionamento con le vecchie regole pre-Fornero, ma con un assegno calcolato interamente con il metodo contributivo ( noi non siamo d’accordo – si rubano il 30 – 40 % di pensione – mia nota ) . Si tratta di un sistema in base al quale l’importo degli assegni Inps viene determinato esclusivamente sulla base dei contributi versati nel corso di tutta la carriera e non in base alla media delle ultime retribuzioni percepite, prima di mettersi a riposo (il cosiddetto metodo retributivo) . Il sistema contributivo, è però molto meno vantaggioso e potrà comportare un taglio dell’assegno di almeno il 25-30%( di più – si rubano il 30 – 40 % di pensione – mia nota ) , soprattutto per chi ha alle spalle una carriera molto discontinua. Ciò significherebbe, per gli esodati italiani, andare in pensione prima del previsto ma con forti penalizzazioni.
Alcuni allegati:
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/07/report_SALVAGUARDIE_02072014.pdf
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/07/sesta-salvaguardia-testo-25giu14.pdf
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