Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Sul taglio dei distacchi e dei permessi sindacali

Postato il 28 Agosto 2014 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Dal 1° settembre scatta il taglio del 50% sui distacchi e permessi sindacali. E’ del 20 agosto scorso la Circolare n. 5/2014 a firma del Ministro Madia che regolamenta il taglio in questione, inviata a tutte le Amministrazioni Pubbliche e a tutte le Associazioni Sindacali. In pratica ciascuna organizzazione sindacale dovrà entro il 31 agosto comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi e permessi non più spettanti. La circolare si premura di regolamentare anche quei casi più specifici come ad esempio l’ipotesi di attribuzione all’associazione sindacale di un solo distacco; nel qual caso il taglio non dovrà essere applicato.

Dal 1^ settembre si calcola che saranno circa 1.500 i sindacalisti che torneranno a svolgere il loro vecchio lavoro. Gli stessi potranno a domanda essere trasferiti – con precedenza rispetto agli altri richiedenti – in altra sede della propria amministrazione, basta che dimostrino di aver dimorato nell’ultimo anno nella sede richiesta.

La riduzione del 50% si applica sui permessi sindacali retribuiti secondo il metodo del calcolo pro-rata, vale a dire che dal 1° gennaio 2014 al 31 agosto 2014 gli stessi spettano interamente mentre per il periodo che va dal 1^ settembre 2014 al 31 dicembre 2014 sono ridotti.

Nel caso di permessi sindacali retribuiti per le riunioni di organismi direttivi statutari, anch’essi sono dal 1^ settembre ridotti del 50%, anche se per l’anno corrente provvederà direttamente il Dipartimento dell Funzione Pubblica a rideterminare i contingenti per ogni organizzazione sindacale rappresentativa, apportando le conseguenti modifiche nella banca dati GEDAP e sulla piattaforma PERLAPA.

Nel caso l’organizzazione sindacale abbia usufruito delle predette prerogative sindacali in misura superiore a quanto spettante – a seguito dell’applicazione della norma in questione – la stessa ove non provveda a restituire economicamente le ore in eccesso, l’amministrazione compenserà l’eccedenza nell’anno successivo fino al completo recupero.

La riduzione dei distacchi e dei permessi, prevista dal DL 90/2014 (convertito con modificazioni dalla L. 114/2014) non si applica ai permessi sindacali attribuiti alle RSU.

Sebbene l’obiettivo dichiarato dal Governo sia quello di razionalizzare e ridurre la spesa pubblica, si sono sollevate voci critiche che fanno notare come questo possa rappresentare piuttosto un costo in quanto ai sindacalisti che rientreranno a lavoro bisognerà pagare il salario accessorio, i buoni pasto e gli straordinari. La scelta del Governo cela forse dell’altro?

Certo che se ci voltiamo indietro, anzi no, se ci guardiamo intorno e vediamo diverse poltrone/poltronissime occupate dai vari Moretti, Baretta, Epifani, Marini, Cofferati, ecc. ecc. la vera domanda da farsi è: ma questi distacchi non saranno per caso il viatico per posizioni di comodo e incarichi superpagati?

A differenza dei rappresentanti RSU, eletti direttamente dai lavoratori, che operano all’interno della loro esperienza lavorativa; i sindacalisti in distacco – dentro la loro torre d’avorio – difficilmente sanno interpretare i bisogni dei lavoratori. Certo il Governo doveva essere più coraggioso se voleva colpire questi centri di potere, riconoscendo in modo più esplicito (magari aumentando il contingente dei permessi) il ruolo delle RSU; ma si sa, questo Governo cura l’immagine tralasciando il contenuto……

La circolare funzione pubblica: riduzione dei permessi sindacali nelle Pubbliche Amministrazioni:
http://www.dottrinalavoro.it/notizie-c/funzione-pubblica-prerogative-sindacali-nelle-pubbliche-amministrazioni

Cobas Pubblico Impiego Pisa

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