November 23, 2024
Se si potessero elencare i fenomeni maggiormente percepiti dall’intera popolazione lavoratrice come emblematici della crisi esplosa alla fine del 2007 – e i cui effetti sono ben lungi dall’essere assorbiti – di certo in testa a tale speciale graduatoria verrebbe posta la disoccupazione, a cui seguirebbe, come conseguenza più immediata, l’indigenza (assoluta o relativa). Che immense masse di lavoratori siano state “liberate”, ossia poste sul lastrico in tutto il mondo, con poche eccezioni, è ormai una realtà talmente lampante che solo pochi – ancorati alle pie illusioni vendute da economisti/giornalisti/opinionisti, tutti a servizio della classe dominante – hanno la indecenza di negare o, al più, addebitarla a fattori contingenti e non strutturali e di lunga durata. Alla stessa maniera, che quantità crescenti di individui e famiglie residenti in nazioni a capitalismo avanzato stiano scivolando al di sotto della soglia di povertà non è più un fenomeno che riguarda solo sinistri ricercatori socio-economici e i loro periodici bollettini, ma è un aspetto emerso con una veemenza tale da essere ormai entrato nel calcolo delle probabilità di ogni appartenente alla classe lavoratrice, assumendo un valore sempre più prossimo a quello unitario.
Leggi tutto l’articolo di Francesco Schettino, già edito su Contraddizione 148, nel documento in allegato:
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/09/+17_28_polarizzazione_disuguaglianza.pdf
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