November 25, 2024
Per affrontare il tema della relazione fra i movimenti e la democrazia e fra il conflitto e la rappresentanza, occorre uscire dall’astrattezza e porsi una domanda concreta: come coniugare le istanze di trasformazione sociale portate avanti dai movimenti in questi anni con lo stato attuale della democrazia?
Il quesito riguarda l’efficacia delle lotte sociali in campo, a fronte del “muro di gomma” di istituzioni, capaci perfino, non solo di non realizzare, bensì di attaccare in ogni modo e a qualsiasi livello, un pronunciamento della società intera, come quello che si è avuto tre anni fa, con la straordinaria vittoria referendaria sull’acqua.
Occorre a mio avviso partire innanzitutto dall’analisi dello stato della democrazia, che, in estrema sintesi, potremmo definire drammatico. Assistiamo, infatti: a livello internazionale ad un progressivo spostamento dei luoghi decisionali dalle sedi statuali a quelle di grandi istituzioni finanziarie transnazionali, quando non a luoghi indefiniti, teatro dell’azione di lobby che spesso determinano le scelte politiche; a livello nazionale, al progressivo spostamento dei poteri dalle assemblee elettive agli esecutivi; a livello locale, alla progressiva espropriazione di ogni democrazia di prossimità, attraverso la esternalizzazione di ogni servizio e funzione pubblica.
Leggi tutto l’intervento di Marco Bersani di Attac nel documento in allegato:
http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2014/09/Intervento-Bersani-università-estiva-attac.pdf
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