November 29, 2024
Cosa è accaduto il 31 Dicembre a Roma? Intanto, è lampante che l’improvvida azione dei vigili romani (600 si sono resi indisponibili per malattia o donazione sangue) è stata come il cacio sui maccheroni per utilizzare a proprio vantaggio la questione da parte governativa.
Ricordiamo che nei giorni successivi a Natale esponenti della coalizione di Governo (Sacconi, Ichino..) hanno piu’ volte proposto la estensione del jobs act al P.I. e Renzi ha solo guadagnato tempo rinviando la decisione a febbraio (Riordino della P.A.) quando decideranno l’ennesimo pacchetto di norme contro il lavoro pubblico
Allo stesso tempo, nella contrattazione decentrata degli enti locali, stanno passando a raggi x il salario accessorio al solo fine di ridurre la spesa di personale.
In questi anni, è innegabile che le politiche securitarie abbiano trasformato i vigili in una sorta di copro omnibus costruendo progetti incentivanti per accrescere la flessibilità oraria e l’ impiego a 360 gradi della Pm.
In questo contesto la Pm ha spesso beneficiato di un trattamento di favore con le amministrazioni locali che hanno scavalcato ogni contrattazione sindacale degna di questo nome per destinare quote di salario accessorio cospicue alla PM, spesso a svantaggio di tecnici, amministrativi ed educatrici sulle quali incombe la minaccia continua delle privatizzazioni ed un uso improprio del contratto a tempo determinato (a vita).
Da alcune statistiche poi si evince che i\le dipendenti della Pubblica amministrazione si ammalano tanto e quanto i lavoratori del privato, anzi perfino meno negli enti locali, in sanità(dove il rischio di contrarre qualche malattia è pressochè quotidiano) , eppure dal pubblico fannullone oggi si passa al pubblico assenteista, corrotto e malato cronico, il tutto per assestare un colpo definitivo ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici estendendo loro il jobs act e applicando tagli salariali e di diritti (ricordiamo che il salario accessorio viene vincolato alla valutazione dei dirigenti e distribuito in parti diseguali e a discrezionali).
Conti alla mano, il dipendente pubblico ha perso oltre 6 mila euro in sei anni di blocco contrattuale ma ci perderà ancora di piu’ se pensiamo ai mancati scatti di carriera, ai contributi previdenziali piu’ leggeri, a un salario accessorio ridotto ai minimi termini con le continue intrusioni della Corte dei conti e del MEF nella contrattazione sindacale.
Chi oggi invoca la legalità sta perseguendo in realtà un obiettivo ben diverso, in quanto, come vuole la UE, la P.A. deve essere al servizio dell’Impresa Privata, quanto ai servizi, eccetto quelli inalienabili (per ora), saranno sempre più oggetto di esternalizzazioni, privatizzazioni e liberalizzazioni.
I vari governi e i loro sostenitori confindustriali da sempre considerano il pubblico impiego un soggetto concorrente ai loro affari, al massimo un luogo da utilizzare per le clientele, dove sistemare amici e parenti, oppure la cassaforte alla quale, lecitamente o meno, attingere per spartirsi appalti, convenzioni e mazzette a spese dei cittadini, in particolare dei lavoratori che, al solito, sono quelli che pagano per tutto e per tutti.
Una campagna propagandistica per il licenziamento facile e per le privatizzazioni, tesa a sopraffare e nascondere i problemi veri e garantire così immeritato consenso ad una mediocre e parziale politica governativa.
Mentre la folla si eccita alla vista del sangue, politici, alti dirigenti della burocrazia, imprenditori, e banchieri (o loro dipendenti), che al giorno d’oggi sono quasi sempre la stessa cosa, si spartiscono allegramente la torta, socializzando le perdite e privatizzando i profitti.
Viene destrutturato il pubblico impiego e cosi’ verranno meno anche diritti quali quello alla salute, all’istruzione, alla mobilità e tutto quello che doveva essere gestito per il bene comune. Annichilito progressivamente l’erogatore tutto è consegnato al “mercato” e con i diritti anche le nostre vite, la nostra dignità, il nostro futuro e quelle dei nostri figli e dei loro figli…
A nessuno viene in mente che il pubblico impiego vede in larga parte negato il diritto di sciopero? Che da quasi 10 anni non vede un euro in più nelle buste paga il cui potere d’acquisto è crollato? Che il settore è stato decontrattualizzato con la volontà di gestirne l’agonia in forme autoritarie e disciplinari? Che le parti appetibili sono state progressivamente dilaniate e regalate (ricordiamo che erano pubbliche cioè proprietà di tutti noi) al “mercato” degli amici e amici degli amici dei politici/imprenditori/banchieri? Che le continue riorganizzazioni sono fatte non per renderlo più efficiente ma per impedire la corretta erogazione dei servizi? Che quanto veniva offerto ai cittadini è oggi volutamente reso incerto, di difficile accessibilità, di minore qualità? Guardate lo stato della Sanità Pubblica, della scuola, dell’università, del trasporto pubblico, dei servizi ai cittadini … qualcuno pensa seriamente che il degrado dipenda dall’opera di qualche “fannullone”?
Per questo non bisogna abbassare la testa o perdere di vista gli interessi in campo. Da parte nostra siamo certi che il blocco dei contratti e della contrattazione , insieme allo smantellamento del pubblico siano il risultato dei dettami europei al governo RENZI, che si erge a grande moralizzatore di una politica corrotta sostenuta dall’interesse di pochi e dal coinvolgimento solo di ristrette minoranze sul modello americano dove vota il 40% degli aventi diritto e dove il sindacato è da decenni ridotto all’impotenza.
Siamo convinti che in questi ultimi 20 anni abbiano distrutto ogni seria contrattazione sindacale, i sindacati di categoria e quelli confederali non hanno mosso un dito per contrastare le politiche che ci hanno portato alla situazione attuale, non una parola hanno speso su come i soldi di tutti\e venivano spesi e sullo strapotere dei sindaci, dei governatori. I risultati sono quelli che vediamo, l’attacco al pubblico è la tappa obbligata per ridurci tutti\e al silenzio
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Cobas Pubblico Impiego
http://pubblicoimpiego.cobas.it/
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