November 29, 2024
Servizi pubblici a rischio dopo i colpi d’ascia della spending review A lanciare l’allarme è la Corte dei Conti che dopo i nuovi interventi sull’amministrazione data l’assenza di eccedenze di risorse umane nel comparto paventa il rischio di una ”non adeguata cura dei servizi” ai cittadini. Di fronte alla stretta sul personale operata con la spending review, sottolineano i magistrati contabili nella Relazione diffusa oggi sugli interventi previsti dalla normativa del 2012, ”quasi tutte le amministrazioni hanno rilevato la difficoltà di adempiere ai compiti a loro intestati o di rendere i servizi da loro attesi, ai quali se ne vanno aggiungendo di nuovi, con le risorse umane in servizio, sotto-dimensionate rispetto alle dotazioni organiche ridotte”.
Il principio di buon andamento dell’amministrazione, spiega la Corte, ”implica non l’immobilismo ma certamente la stabilità. Una riforma deve potersi attuare avendo un obiettivo strategico e perseguendo l’ottimizzazione dei fattori che, nel caso specifico, sono costituiti dalle risorse impiegate per meglio adempiere alle attribuzioni intestate alle amministrazioni”.
I magistrati contabili sottolineano che ad oggi ”le dotazioni organiche non evidenziano eccedenze, escluso solo il personale militare del Ministero della Difesa”. Bisogna quindi ”consentire alle amministrazioni di portare a compimento il processo avviato, partendo dall’individuazione del modo più razionale ed efficiente per attendere ai compiti istituzionali, identificando le strutture da eliminare o da ridimensionare, allocando le risorse in relazione agli effettivi livelli di domanda del territorio e alle funzioni ad esse affidate. Ulteriori riduzioni delle risorse in servizio -avvertono – potrebbero non consentire una adeguata cura dei servizi, già segnalata da alcune strutture amministrative, come pure il verificarsi di disservizi all’utenza, dovuti alle continue modifiche”. Dal 2000 ad oggi, ricorda la Corte si sono susseguite ”per le note esigenze di contenimento della spesa pubblica, cinque successive leggi di riduzione del personale” pubblico. ”Ferma restando l’insindacabilità delle scelte di natura politica – conclude la Corte – la discrezionalità non si sottrae al giudizio di irrazionalità, che potrebbe derivare dall’adozione di proposte che vanificano il risultato finora raggiunto in materia”.
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