December 27, 2024
Tra tagli annunciati ma non operati, la spesa militare italiana sfiorerà i 23,5 miliardi di euro nel 2015. In aumento, nonostante i tagli alla spesa sociale, rispetto al 2012. L’analisi dei conti e le proposte della campagna Sbilanciamoci -che il 27 novembre presenta il suo Rapporto 2015- e Rete disarmo.
Alle “missioni di pace” 850 milioni di euro, senza ulteriore voto parlamentare.
Nessun “grande taglio”, ma solo una leggera flessione. Che comunque mantiene il totale della spesa militare al di sopra di quanto stanziato nel 2012. E neppure i sacrifici prospettati anche dal Ministro Roberta Pinotti in recenti interviste: quello che esce dalla porta rientra dalla finestra. È quanto emerge dall’analisi dettagliata della Legge di Bilancio presentata dal governo di Matteo Renzi al Parlamento, ed in corso di discussione con la gemella Legge di Stabilità. Non è quindi vero che la Difesa abbia rinunciato a 1,5 miliardi di euro su un totale fondi di 19.
Per arrivare a queste conclusioni e a questi dati occorre andare oltre il semplice Bilancio proprio della Difesa, per come emerge dalla Tabella 11 della Legge, ampliando lo sguardo verso le spese militari complessive, anche per continuità con quanto analizzato in passato.
La debolezza economica del nostro Paese si riverbera infatti in una problematicità dei conti pubblici che ha costretto il governo Renzi a operare circa 1 miliardo di tagli sui Ministeri. Circa la metà del miliardo di tagli appena ricordato è attribuito proprio al Ministero della Difesa, decisione che ha subito causato le lamentele dei supporter militari di casa nostra. Eppure l’impatto finale di questo intervento, se si considerano tutti i numeri e non si cade nel “gioco delle tre carte” porta ad una flessione ben al di sotto dell’1% complessivo. Come si concilia questo dato con le allarmate (oltre che forzate e fuorvianti) prese di posizione cui stiamo assistendo in questi giorni?
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http://ilminatorerosso.blogspot.it/2015/01/la-difesa-non-conosce-austerita-spesa.html
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