Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Piccoli Comuni: finanze allo sbando? Paesaggi a rischio? Democrazia, quale? Piccoli feudi?

Postato il 10 Febbraio 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

Ricerviamo e pubblichiamo

piccoli-comuniAmici dell’acqua bene comune e non merce. Amici dei Comuni, beni comuni e non merce. Amanti del Paesaggio bene comune.

Il 70% del territorio nazionale è in mano a piccoli Comuni. Quale il grado di governo dei beni Comuni di questi piccoli Comuni?

Avendo vissuto per 5 anni a Milano e altri 5 anni e oltre a Roma immagino molti di voi che risponderanno: “fortunati voi che vivete in piccoli Comuni perché qui bella non è”. Lo condivido.

Ma è forse non meno utile darvi alcuni dati su alcuni piccoli Comuni dietro cui sono arrivato a pensare che se voi vivete in città moderne con non poche criticità fino a sognare di vivere in una Oasi del deserto, qui, nei piccoli Comuni dove sono tornato a vivere, scopro che siamo come riprecipitati non al Medio Evo, da cui provengono i piccoli Comuni, ma a nuovi piccoli Feudi.

Esempio
Il mio piccolo Comune Altidona. Si può ancora chiamare Comune; ancora Autonomia Locale (art. 5 Cost.)?
– Nel 2001 ho aiutato la costituzione della Unione Comuni Valdaso di 7 piccoli Comuni. Dopo max 5 anni. 2005, dovevano fondersi. Non hanno neppure cominciato a farlo. Dopo i primi 5 anni ho lanciato un allarme perché la “varianza” tra dati dal 1995 al 2000 e dal 2001 al 2005 invece che essere scesa è aumentata. Risposta?, silenzio. Oggi la “varianza”, che vedrò di calcolare, penso sia ancora aumentata;
– è socio, per il servizio idrico, di una Spa in house la Ciip. Qualche mese fa ho conosciuto un albanese e i suoi 2 piccoli bimbo e bimba a cui la Ciip Spa aveva tagliato l’acqua per morosità. Non so a quanti altri nei 50 Comuni proprietari la Ciip spa ha tagliato l’acqua per morosità; so che qui ha vinto il SI contro queste gestioni ma non c’è Rc o Sel o Pdci o Verdi o Anarchici o Centri sociali che siano siamo capaci di riprenderci i nostri diritti;
– i rifiuti urbani sono stati esternalizzati.
– I trasporti, altra Spa in house;
– Scuolabus, esternalizzati;
– Illuminazione pubblica, esternalizzata;
– Manutenzione del patrimonio, esternalizzata. Ci sono ancora 3 operai comunali. Un tesoro, ma per quanto ancora? E altro;
– Pulizia immobili. Esternalizzata;
– Cultura, in buona sostanza esternalizzata;
– Sociale, in buona misura esternalizzato;
– Accorpamento funzioni fondamentali. La legge c’è ma si fa altro;
– Trasparenza, Anticorruzione, Partecipazione. Le leggi ci sono, ma i cittadini non ne vedono l’applicazione.
Si direbbe che quel: “ai privati, al mercato, la “gestione”, al pubblico “regolazione, programmazione e controllo”, vedi il disegno di legge n. 4014/1999, Governo di centro-sinistra, fatto suo dai successivi Governi di centro-destra e centro-sinistra fino all’attuale, sia stia per raggiungere. Non, direi, stabilità e solidarietà sociali.

Comuni Spa che “regolano, programmano, controllano”? Contraddizione in termini tale che continuo a chiedermi come molti amici di sinistra, anche radicale, ne siano stati e ne siano ancora sostenitori. E neppure la democrazia in panne e peggio sembra aiutarli a invertire la rotta. Vero che la burocrazia pubblica senza reale partecipazione del cittadino fa paura. Ma, che io sappia, se democrazia con sola burocrazia non è tale non lo è non meno senza partecipazione.

I Greci questo hanno chiesto, ma Bce, FMI e Commissione Ue hanno risposto: zitti e fate quello che vogliamo noi. Ma la Grecia, i Greci, non sono quelli che hanno creato la democrazia?

IL 12 e 13 giugno 2011 oltre 26 milioni di cittadini Italiani hanno detto con un referendum che questo ddl 401/1999 come il 23-bis della legge 2009, sono abrogati. Ma i Governi e l’Ue, neoliberismo, per me neo feudalesimo, dicono che questi cittadini hanno sbagliato e vanno avanti.

Geniali, o diabolici, direi, questi neoliberali. A me pare, leggere sotto, che per farci bere l’acqua neo feudale in mano a ricchissimi neo feudatari, hanno pensato bene di partire dal basso.

Molti di noi lo dicono da anni. Loro lo hanno già fatto. Da qui, leggere sotto: – da piccoli Comuni “Enti Autonomi” (art. 5 Cost.) a nuovi piccoli Feudi -?

Gentile Presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi (Sindaco di Senigallia)

e p.c. Daniele Formiconi Anci piccoli Comuni

Ho appena letto che lei era insieme al Sindaco di Montefiore dell’Aso Porrà che presentava in Regione una Relazione su “buone pratiche nella gestione associata dei servizi negli enti locali”

Le scrive un ex Segretario Comunale e negli ultimi 4 anni fino al 2012 in comando al Min. Funzione Pubblica della P.C.M. ai servizi Semplificazione e Innovazione e negli ultimi 3 anno dirigente ispettore all’Ispettorato.

Le scrivo perché, tornato ad Altidona, dove sono nato e dove nel 2001 con più Sindaci e Anci piccoli Comuni ho seguito la costituzione della Unione Comuni Valdaso, ho trovato uno stato della Unione e dei 7 Comuni alquanto fuori, per quanto esporrò, dal buon andamento.

Non stanno meglio altri piccoli Comuni. Veri e destabilizzanti i tagli e altro dai Governi degli ultimi 15 anni, ma in basso vedo che invece di protestare Comuni che dire allo sbando è poco, tacciono e fanno anche peggio. Tornato ad Altidona avendo potuto esaminare per conto del Governo più Amministrazioni Pubbliche tra cui Comuni Province e Regioni, ho trovato Unione e Comuni ancora peggio, come detto, di come potessi immaginare dal Governo. La mancanza di soldi, che pure come detto c’è, non mi pare entrarci. Ancora meno giustificare certi comportamenti amministrativi.

Nel 2012 ho accolto con rafforzata speranza il d.l. n. 95, la c.d. spending review, e quanto introduce su obbligo di accorpamento delle funzioni fondamentali. Tolta la non piccola contraddizione, ipocrisia?, di obbligare i piccoli Comuni all’accorpamento tramite convenzione o unione entro il 2014 9 su 10 funzioni fondamentali – identiche per Roma e per Altidona -, è la prima volta che il Parlamento riconosce che è infine arrivato il momento di riportare i piccoli Comuni da governi locali fermi, per infiniti motivi, al Medio Evo.

Ma, oggettivamente, peggio perché nel Medio Evo i Liberi Comuni facevano partire nientemeno che il Rinascimento. Oggi mi paiono più villaggi di epoca Feudale. Con Sindaci, mi scuso perché ne riconosco comunque passioni e lavoro, Vassalli a servizio del Feudatario.

Non bastasse, oggi leggo che una parte di Sindaci di piccoli Comuni con uno visione della democrazia che sembrano non aver mai la nostra Costituzione. Sostenuti anche dall’Anci leggo che stanno per spuntare una ulteriore proroga e continuare con gestioni appunto da epoca dei Feudi. Poveri loro cittadini e ancora più, le loro imprese attive.

Torno ai 7 Comuni dell’U.C.V.

Qui sotto
– Residui (somme accertate o impegnate e non riscosse o non liquidate). Una comparazione dei residui passivi (somme impegnate e non liquidate) di parte corrente dei 7 Comuni dal 2010 al 2013. Con sotto il mio commento e quanto da tempo si legge sul Sole 24 Ore sui residui Pa.

Per la sola Altidona ho messo i dati presi sempre dal M.I. sui Residui passivi di parte corrente dei Consuntivi dal 1999 al 2002. Lo scostamento è tale che avrebbe dovuto alzare allarmi. Speranza vana.

– Nel file i Quadri 9 e 12 del M.I. relativi allo stato della finanza e dei residui e evidenziazione dei passivi di parte corrente dei 7 dal Conto Consuntivo 2013.

– Imprese attive e per Categorie. Se va a leggere, qui sotto ne do una prova con grafici, ci sono a fine 2013 1381 Imprese attive. Con uno storico dal 2009 al 2013. Quanto hanno chiesto parte dei Sindaci di piccoli Comuni sostenuti dall’ANCI, cioè tornare non al Medio Evo ma ai Feudi, sembrerebbe, visti questi dati, un micidiale colpo alle predette loro imprese attive.

– File su Imprese attive, 1831, e addetti, dei 7 Comuni. Dal 2009 al 2013. In evidente, vedi i grafici, recessione. Non si è saputo di nessun convegno su Imprese locali, Piccoli Comuni e loro fusioni. Come rapporti tra recessione e piccoli Comuni alla deriva. Eppure si è scritto già oltre 10 anni fa che il rapporto tra cittadini e partite Iva è più alto nei piccoli Comuni di 2-3 punir. O come reti tra servizi comunali o loro fusioni possono migliorare le reti tra Imprese. Ho fatto vedere a uno dei 7 Sindaci la ripartizione delle Imprese per Categorie del suo Comune. Gli ho poi chiesto se dispone, anche anche un po’, di uffici per fare il Sindaco anche per questa complessa realtà. E’ rimasto zitto. Ho concluso che ha uffici come oltre 50 anni fa e, come detto, ancora ben oltre. In Francia alle ultime elezioni comunali non si trovavano candidati Sindaci per oltre 40 piccoli Comuni.

– Tasse locali. Il file sulla tares 2013 dei 7 Comuni mi pare lo specchio del fallimento della e delle Unioni. Cioè Comuni che apertamente operano non per la coesione ma, sorprendentemente, per la disgregazione sociale. Da cui anche la presente sperando che lei e i Sindaci capiate che se i comuni sono i “pilastri della Repubblica” (ex Presidente Napolitano) o “enti esponenziali della democrazia” (On. Adriano Ciaffi), bè a leggere solo i dati che invio e sapendo che il 70% del territorio sta in mano a piccoli Comuni, potrebbe essere non esagerato dire che sono in pericolo democrazia e Repubblica. Proteste delle forze politiche? Nessuna. Una categoria ha fatto qualcosa ma solo per uno dei Comuni.

Altidona 2-7-15 Luigi avv. Meconi
p.s. ho scoperto un’altra mia comunicazione senza la sua risposta. Sembra essere diventato un male così diffuso tra i nostri esponenti politici che è facile dire, “a che serve incazzarsi?”. Nessuna risposta fin qui né da lei né dai Consiglieri Comunali a cui ho scritto ripetutamente sulle stesse soprastanti cose. Questi ultimi ne avrebbero anche il dovere istituzionale. Pensi che ho scritto cose analoghe all’ex Commissario alla concorrenza Almunia, Ue, il suo ufficio mi ha sempre risposto. Arrivando a scusarsi in un caso per un po’ di ritardo. Invierò altre notizie per quello che lei rappresenta in seno all’Anci.

I giorni scorsi ho scoperto che nel sito del Ministero Interni sono apparsi i dati dei Conti Consuntivi dei Comuni. Pertanto, ho preso gli ultimi dei 7 della U.C.V.. Con accanto quelli del 2010-2011-2012.

Altidona Residui passivi – Correnti 1999 43.604 2000 59.822 2001 34.185 2002 83.087

Altidona Residui passivi – Correnti 2010 640.785 2011 653.345 2012 647.530 2013 878.915

Campofilone Residui passivi – Correnti 2010 518.075 2011 552.575 2012 561.846 2013 861.709

Lapedona Residui passivi – Correnti 2010 198.790 2011 169.483 2012 126.823 2013 218.397

Montefiore dell’Aso Residui passivi – Correnti 2010 739.397 2011 819.281 2012 910.766 2013 789.724

Monterubbiano Residui passivi – Correnti 2010 628.589 2011 557.502 2012 547.175 2013 531.343

Moresco Residui passivi – Correnti 2010 143.611 2011 159.028 2012 146.019 2013 ======

Pedaso Residui passivi – Correnti 2010 543.395 2011 658.759 2012 646.898 2013 566.580

Se aprite il sottostante file dal Quadro 9 Riassuntivo della gestione finanziaria dei 7 Comuni, e leggete anche i Residui attivi (somme accertate e non riscosse) a me pare confermarsi uno stato delle gestioni finanziarie del 7 Comuni (Il Conto consuntivo 2013 di Moresco nel sito del M.I. risulta ancora non pervenuto) che avrebbero dovuto allarmare. E da anni. Come proporre ristrutturazioni.

A proposito dei Residui attivi sul Sole 24 Ore del 28 novembre 2014 si legge: “: Le entrate scritte nei bilanci ma non incassate valgono … 32 miliardi negli enti locali”. Da cui l’obbligo dei Comuni di un ulteriore revisione dei residui con “accantonamento nei bilanci di una quota pari al 30% delle mancate riscossioni attese”. Come dire il dover prevedere ulteriori tagli ai bilanci.

Qui sotto un servizio del Sole 24 Ore del 31 gennaio scorso”Se la Pa paga tardi il tasso di crescita cala”. Vi si legge: “Uno studio del Fondo monetario … conclude, e non è una sorpresa, hanno effetti macroeconomici, innalzando la probabilità di fallimenti … abbassando … in ultima analisi il tasso di crescita”.

Mentre, a proposito dei Tributi locali, vedi la Tares 2013 dei 7 Comuni in Unione nel file, sul Sole 24 Ore di ieri 3 febbraio il banchiere d’affari Matthieu Pigasse, Ad di Lazard, si legge tra l’altro: “in questi ultimi anni non ha perso occasione … per stigmatizzare <<la miopia dell’austerità>> e un’Europa che non ha avuto il coraggio di spingere il proprio processo d’integrazione fino all’unione finanziaria e fiscale”.

Si pensa si possa passare, senza falsare la realtà, dalla Ue alla Unione Comuni Valdaso e parlare di Sindaci che in 14 anni di Unione non hanno avuto il “coraggio di spingere il proprio processo d’integrazione fino all’unione finanziaria e fiscale”. Peraltro, per la spendin review, questo oggi sarebbe, per i 7 Comuni in Unione, obbligatorio per legge.

In conclusione, a me pare che i nostri 7 Sindaci si direbbero alquanto fuori, vedendo come sembrano non sapere che fare per ristrutturare i 7 Comuni fino alla loro Fusione, dai bisogni dei loro cittadini e delle loro imprese (sotto l’analisi fatta sulle 1831 imprese attive dei 7 Comuni – evidente la recessione che le sta colpendo).

Vero che la Regione Marche non sembra a sua volta rispettosa, insieme, sembrerebbe, ai Prefetti, della spending review per quanto riguarda questi accorpamenti delle funzioni fondamentali dei piccoli Comuni delle Marche. Ma se ci si mette dalla parte dei cittadini e delle imprese non può non essere preoccupante e ancora più, quello che sta offrendo la classe politica regionale e, a me pare, i Prefetti. Troppi gli accorpamenti con procedimenti che arrivano a deliberare le obbligatorie “riduzioni di spese” e con manifeste ulteriori violazioni delle norme.

Come dire, amici e conoscenti, che o si muovono i cittadini e le imprese o non si vede chi potrà fare qualcosa per fermare la deriva, evidente, dei nostri 7 Comuni.

Un saluto

4-2-15 Luigi avv. Meconi

Gli allegati in formato foglio elettronico:

imprese attive 2009-2013 U.C.V.

Stato finanza e residui passivi 2010 – 2011 – 2012 – 2013

TARES 2013

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