November 28, 2024
Lo scorso 23 gennaio è morto il re dell’Arabia Saudita, Abdallah ben Abdelaziz al-Saud. Membro della dinastia al-Saud, figlio di re Abdelaziz Ibn Saud, il fondatore, grazie ai servizi britannici, dell’Arabia Saudita, uno stato inventato di sana pianta mettendo insieme due province dell’ex impero ottomano, il Najd e l’Hejaz, per servire i piani di divisione del mondo dei maggiori imperi coloniali di allora (e anche di adesso).
È stato il principe ereditario e regnante de facto dal 1995 al 2005 a causa dello stato di salute dell’allora re Fahd, suo fratellastro, per salire poi ufficialmente al trono a 71 anni dopo la morte di quest’ultimo. Con un patrimonio personale stimato in 18,5 miliardi dollari, è terzo nella classifica dei re più ricchi. Ma è alla testa di un clan di circa 25 mila persone che insieme controllano la più grossa fortuna del mondo. Un clan che gestisce il paese come una proprietà privata.
In effetti l’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo che porta ufficialmente il nome di una famiglia. Questo clan scelto dagli inglesi perché legati a una rigida tradizione conservatrice e a una lettura ottusa dei dettami dell’islam: il Wahhabismo, che è un movimento politico-religioso fondato nel XVIII secolo da Muhammad ibn Abd al-Wahhab sulla base di una visione puritana e rigorista della tradizione musulmana che va contro la maggior parte delle altre dottrine dell’Islam e sopratutto va contro ogni forma di religiosità popolare e al tempo stesso contro ogni pensiero razionale o innovazione. L’ideale, quando si vuole mantenere un popolo arretrato e ignorante. Non a caso gli inglesi misero da parte le grandi famiglie dell’Hejaz che stavano cercando di andare verso forme di modernizzazione della loro società per scegliere i beduini del deserto dell’Hejaz e tra questi la famiglia più conservatrice e più arretrata di tutte.
Leggi tutto l’articolo di Karim Metref al seguente indirizzo:
http://ilmanifesto.info/quando-muore-un-criminale/
Lascia un commento