Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicato Cobas Comune di Firenze Referendum contratto aziendale

Postato il 12 Febbraio 2015 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

“La propaganda è per la democrazia ciò che la violenza è per la dittatura”. Noam  Chomsky

Comunicato Cobas Referendum contratto aziendale

Cobas_FiÈ fuori discussione che i lavoratori e le lavoratrici dal comune di Firenze abbiano fatto democraticamente la loro scelta. Il problema è che non si trattava di scegliere tra morire e sopravvivere, ma a che ora si dovesse salire sul patibolo. Il boia ha fatto comunque il suo lavoro, anzi un ottimo lavoro, almeno a giudizio del gongolante Nardella.

Non vorremo che l’enfasi per l’esercizio democratico nascondesse o facesse dimenticare i contenuti dell’accordo. Accordo aspramente criticato nelle assemblee anche da coloro che hanno promosso il SI. Qualche delegato RSU ha dichiarato pubblicamente che gli “hanno tremato i polsi” al momento della sottoscrizione della preintesa, salvo poi precisare che non si poteva fare altro, accettando l’inaccettabile, agitando lo spauracchio del contratto unilaterale.

La vittoria del SI è incontestabile (77% contro il 22%) ne prendiamo atto, come bisogna prendere atto che è andata in scena un’altra sconfitta. Un accordo che trasformerà il salario in una sorta di variabile indipendente, una lotteria le cui regole le decidono i Direttori. Buona parte del salario sarà ridotta una questione di “fortuna o di sfortuna”: ad esempio la “sfortuna” di non essere inseriti in un progetto speciale, la “sfortuna” di non vedersi attribuire l’indennità di particolare responsabilità, oppure di vedersi tagliare/cancellare l’indennità di disagio o di rischio, salvo continuare a fare esattamente lo stesso lavoro se non di più.

1642 dipendenti hanno detto SI, 463 hanno detto NO, poi ci sono altri 2492 dipendenti che non hanno partecipato alle assemblee e che non si sono recati ai seggi ed è questo, al di là dei proclami, il dato sul quale tutti dovremmo riflettere.

Anni di progressivo cedimento in termini di diritti, salario e dignità hanno finito per scoraggiare la maggioranza dei lavoratori dei settori pubblici che hanno perso fiducia e speranza nella capacità di difendere il proprio lavoro. Un arretramento continuo le cui cause vanno ricercate anche in un modo di concepire l’azione sindacale che ha accettato fino in fondo il modello sociale imposto dai padroni del vapore. Lo stesso modello perseguito dalla maggioranza delle componenti RSU che ha portato alla sottoscrizione della preintesa e alla proposta di votare SI al referendum. Un contratto aziendale iniquo, sperequativo che riduce la massa salariale di diversi milioni di euro. Un contratto che, in primo luogo, serve all’A.C. a far ricadere parte del buco di bilancio, che dicono di essere di 50 milioni, sulle spalle dei lavoratori o su di quelli che resteranno, visto che l’altra misura annunciata è la riduzione del personale di oltre il 10%, e tutto ciò niente centra con l’incursione del Mef e della Corte dei Conti. Un contratto che nello stesso tempo conferma un modello sindacale il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti. Un accordo che incentiva derive corporative, divide, indebolisce il rapporto solidale tra lavoratori e pone le basi per un futuro contrattuale sempre più al ribasso. Non è un caso che, solo alcuni minuti dopo il risultato del referendum, l’A.C. abbia recapitato alla RSU la tabella sul fondo per il salario accessorio e sugli impieghi del 2014 dove si riconfermano interamente i tagli sanciti da questo CCDI.

Occorre ribaltare il modello concertativo, restituire protagonismo sociale ad un mondo del lavoro che pare in ginocchio. Con la firma di questo CCDI abbiamo perso un’occasione, ma è possibile riaprire la partita fin da subito ripartendo dagli spiragli contrattuali, rispetto al disastro Brunetta, contenuti nella Legge di Stabilità.

I Cobas, come sempre, saranno tenacemente della partita. Ma nella stesso tempo è necessario uscire dall’apatia e dalla rassegnazione, credere nelle forze del lavoro, le stesse che in passato hanno portato alla conquista di diritti e miglioramenti salariali significativi che vengono costantemente rimessi in discussione.

Non ci sono altre vie di uscita, occorre imboccare le uniche strade possibili, quelle della lotta e dell’azione diretta. Smettere di delegare la difesa delle ragioni del lavoro ad apparati che hanno perseguito un modello sindacale fallimentare se non complice.

Abbiamo l’occasione di invertire la tendenza: il 3/4/5 marzo si rinnovano le RSU del P.I. Dai forza al sindacato di base, smetti di delegare, vota e fai votare le liste COBAS.

Cobas Comune di Firenze V. dei Pepi 47/r – tel 055245145 – fax 0552268120

mail cobas.comunefi@libero.it– Facebook: cobascomunefirenze

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