November 28, 2024
Sabato 20 febbraio, successivamente all’esito del referendum, l’Amministrazione e le componenti RSU favorevoli alla sottoscrizione del nuovo contatto aziendale si sono incontrate per sottoscrivere l’accordo sui progetti speciali e sul fondo d’istituto ma, in particolare, per tradurre la presintesa sul contratto aziendale in accordo definitivo.
Mentre progetti speciali e fondo d’istituto sono stati sottoscritti, per quanto concerne il CCDI è saltato tutto, l’accordo non è stato sottoscritto, siamo al punto di partenza.
Come Cobas abbiamo sostenuto il NO all’accordo, non solo per i contenuti già di per sé inaccettabili frutto di un ricatto che dura da anni, ma anche perché il modello di azione sindacale che ha portato alla preintesa è lo stesso che ha indebolito i lavoratori e reso ancora più onnipotenti, arroganti e inaffidabili i padroni, pubblici o privati che siano.
Infatti, i nostri datori di lavoro, che da tempo primeggiano nella speciale classifica degli arroganti e degli inaffidabili, non hanno perso occasione per dimostrarci ancora una volta in quale considerazione tengano la contrattazione sindacale e le RSU, e quale sia il grado di disprezzo verso i propri dipendenti.
La loro delegazione trattante si è presentata al tavolo portandosi in dote l’ennesima solenne fregatura, fatta di ulteriori tagli al fondo per il salario accessorio (stimati in circa 600.000 euro) e con l’annuncio che le indennità saranno messe in pagamento solo a partire da marzo, procurando un ulteriore danno economico ai lavoratori. Ma non basta, a tutto ciò si affianca la beffa delle P.O. che invece scattano da gennaio, come sempre da gennaio è partita la riduzione dell’indennità di disagio a 30 euro. Come dire che, per quanto concerne i tagli il contratto parte dal primo gennaio, quando invece si tratta di pagare il contratto è curiosamente valido solo a partire da marzo.
Già è stato difficile per i sostenitori del SI promuovere l’accordo così come era stato presentato nelle assemblee, in queste condizioni sarebbe stato ancora più difficile spiegare la necessità di sottoscrivere in via definitiva un contratto aziendale peggiorato rispetto alla preintesa, in particolare alla vigilia della scadenza elettorale per rinnovare le RSU.
Noi lo abbiamo sostenuto prima e a maggior ragione lo ribadiamo adesso: quell’accordo non era e non è sottoscrivibile, specialmente dopo che i fatti ci hanno dato ragione.
Riteniamo che ci siano atri modi per difendere i lavoratori dall’impressionante potenza dell’attacco ai diritti e al salario messa in campo contro i lavoratori pubblici.
Riteniamo che in questa particolare fase, la vecchia attrezzatura sindacale basata sulla concertazione che matura all’interno di un presunto clima pattizio sia inservibile, che solo la lotta paghi, a Venezia, a Roma come a Firenze.
Bisogna cambiare strada, c’è bisogno di Cobas, il 3-4-5 marzo si rinnovano le RSU nel Pubblico Impiego.
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