Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

L’inferno del “Made in Italy”: cucire in uno scantinato per 2 euro l’ora

Postato il 17 Marzo 2015 | in Italia, Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Articolo di Angelo Mastrandrea
cina-lavoro-industriaLa Moldavia o il Bangladesh sono ormai a casa nostra non, come si potrebbe pensare, per via dell’aumento degli immigrati, bensì per le condizioni di lavoro che abbiamo importato da quelle aree del mondo. E’ quello che suggerisce un dossier della Campagna abiti puliti sulle condizioni dei lavoratori del tessile in tre regioni italiane: il Veneto, la Toscana e la Campania, la prima fortemente caratterizzata da un ritorno a casa delle grandi griffe dopo un ventennio di delocalizzazioni, la seconda dalla forte presenza di subfornitori cinesi e la terza dove, storicamente, il confine tra il legale e l’illegale è spesso difficile da riconoscere.

È per questo che il viaggio dei ricercatori della Campagna è un po’ come una discesa negli inferi del made in Italy: seguendo le tracce della filiera produttiva, man mano che si percorre verso il basso la scala dei subappaltatori, può capitare di ritrovarsi in uno scantinato dove si lavora al di fuori di ogni regola o in abitazioni private dove si cuce per due euro l’ora, tante quante ne guadagnavano le due donne impiegate al nero (una di loro appena quindicenne) che nel 2006 morirono nell’incendio del materassificio in cui erano impiegate, in uno scantinato di un palazzo a Montesano sulla Marcellana, nel basso salernitano.

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http://www.inventati.org/cortocircuito/2015/03/14/linferno-del-made-in-italy-cucire-in-uno-scantinato-per-2-euro-lora/

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