November 27, 2024
Un modo spregiudicato e ipocrita di servire i consueti interessi di classe. I timori dei sindaci italiani che la prossima manovra finanziaria potrà essere foriera di nuovi tagli alle casse dei comuni non sono infondati, le politiche di austerità servono proprio a questo: imporre tagli drastici ai servizi pubblici, privatizzazioni e ulteriore restringimento degli spazi democratici.
“Non ci sono tagli e non c’è un aumento di tasse, capisco che non ci siete abituati, ma è così”. “I sindaci dicono che ci sono tagli, ma non è vero”. “Ci sono stati 18 miliardi di tasse in meno nel 2015. Nel Def proseguiamo su questa linea”. “Chi non ha mai pagato è può, deve pagare un po’ di più e chi ha sempre pagato deve riavere”. “Ci sarà una sorta di quattordicesima in busta paga”.
Queste sono le trascrizioni di alcuni videomessaggi del 7 e 8 aprile di Matteo Renzi disponibili nel web, il cui tenore farebbe supporre che il socialismo è alle porte. Memori però degli annunci sull’aumento a due cifre percentuali di nuovi contratti di lavoro, quale esito delle virtù taumaturgiche del jobs act, rivelatisi poi privi di fondamento, e di altri casi di annuncite del premier, preferiamo vedere le carte. Le carte “originali” che abbiamo potuto vedere finora sono solo quelle presenti nel sito del governo, alla pagina che riporta molto sinteticamente il resoconto della riunione del Consiglio dei Ministri del 7 aprile scorso, in cui è stato presentato il Def (Documento di Economia e Finanza) da approvare entro il 10 aprile http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=78249.
Leggi tutto l’articolo di Ascanio Bernardeschi al seguente indirizzo:
http://www.lacittafutura.it/economia/def-tanto-fumo-e-poco-arrosto.html
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