November 28, 2024
Giovedì 16 Aprile la Whirlpool EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) ha presentato al ministero dello Sviluppo Economico e in contemporanea in tutti i siti produttivi Italiani il nuovo piano industriale 2015 – 2018 dopo circa un anno dall’ acquisizione della multinazionale Italiana INDESIT.
Il piano industriale riguarda la sorte di 14 stabilimenti e centri logistici e direzionali sparsi in Italia e prevede investimenti pari a 500 milioni di Euro in 4 anni destinando in particolare 90 milioni di Euro alla ricerca e sviluppo.
La Whirlpool annuncia anche il rientro in Italia di consistenti produzioni all’estero ( Cina, Turchia e Polonia) e il rientro di tutti i centri di progettazione e ricerca ad esclusione di quello delle lavastoviglie.
Le produzioni dei vari stabilimenti saranno rimodulate nell’ottica di affidare ai siti produttivi una unica “missione” e anche per portare gli impianti a una capacità produttiva maggiore in quanto attualmente, gli stabilimenti sono impegnati a circa il 50 / 60 % delle loro possibilità.
Si assiste quindi a migrazioni di produzioni da uno stabilimento all’ altro e dall’ estero per l’ Italia e a consistenti aumenti di produzione in special modo per CASSINETTA (VA) e FABRIANO e in tutto questo gioco delle tre carte immediatamente ci fanno le spese il sito di CAIRANO nel Casertano che conta 830 dipendenti e 500 nell’ indotto e il sito di ricerca e sviluppo di NONE nel Torinese che ha 90 impiegati.
Inoltre verrà chiuso lo stabilimento di ALBACINA (600 operai) e le maestranze verranno spostate a 8 Kilometri nel sito di FABRIANO.
Nello stesso piano Whirlpool annuncia nuove assunzioni per i siti di CASSINETTA 280 unità COMUNANZA 20 unità e NAPOLI 45 unità.
Questo in estrema sintesi è il piano industriale della Whirlpool, LUNEDI’ 20 Aprile a ROMA la multinazionale Americana incontrerà le RSU di tutti i siti produttivi e i Nazionali dei Sindacati Confederali e in quella sede si discuterà nel dettaglio il piano e ovviamente partirà un tavolo di contrattazione.
In attesa di ulteriori elementi di valutazione che sicuramente scaturiranno dall’ incontro di LUNEDI’ 20 Aprile ci sono già alcune questioni che destano la massima preoccupazione e che a nostro avviso potranno presentare in un futuro prossimo importanti sconvolgimenti circa gli accordi attualmente in vigore sia in Whirlpool che nell’ ex INDESIT.
A nostro avviso lo stabilimento di CARINARO e il centro di ricerca e sviluppo di NONE sono stati sacrificati per contribuire a rimpinguare di produzioni gli altri stabilimenti, ma questo atteggiamento ha radici lontane, infatti, per restare solo in Italia la Whirlpool, prima della fusione con INDESIT, aveva già chiuso lo stabilimento di TRENTO portando la produzione a CASSINETTA e similmente aveva fatto INDESIT con lo stabilimento di TEVEROLA, dove le produzioni vennero spostate in Turchia.
Se la crisi non allenterà la sua morsa e dunque se i consumi e i mercati non risponderanno, riteniamo che ci sia il forte rischio che prima o poi seguirà la chiusura di qualche altro sito produttivo e in questa ottica, anche se per motivazioni diverse, ci risulta che Whirlpool chiederà al Governo il rifinanziamento della cosiddetta ” legge ELETTROLUX “, cioè un complesso piano di ammortizzatori sociali per il mantenimento dell’ occupazione.
Indubbiamente un bel po’ di soldi pubblici, che sicuramente serviranno a mantenere l’ occupazione e a finanziare la Whirlpool ma che nel contempo non saranno certamente risolutivi per far ripartire i consumi.
Un’ altra criticità la rileviamo dal fatto che ingenti produzioni stanno rientrando in Italia dalla Cina, Turchia e Polonia e questo è buono per gli occupati del nostro paese, ma facciamo notare che per anni e anni ogni multinazionale e Aziende Italiane, hanno delocalizzato massicciamente in paesi esteri magnificandone la docilità delle maestranze, il loro costo assolutamente inferiore e la prontezza delle istituzioni locali e Nazionali per garantire forti sgravi fiscali e per assicurare ogni sorta di infrastrutture ai siti produttivi.
Insomma il paese del bengodi per ogni imprenditore.
Oltretutto le Aziende usano l’argomento della delocalizzazione per terrorizzare i dipendenti e per scardinare le relazioni industriali con le Organizzazioni Sindacali, favorendo la loro divisione e ottenendo così ulteriori vantaggi in termini di tagli a salari e diritti.
Perché dunque la Whirlpool fa questa operazione in assoluta controtendenza rispetto alle altre multinazionali?
Secondo noi perché pensa di riuscire a far rifinanziare la legge sopracitata e soprattutto di sfruttare questa nuova situazione per pretendere dai dipendenti e dunque dalle Organizzazioni Sindacali Confederali (che sono assolutamente maggioritari) ulteriori sacrifici in salari e diritti, in nome della competitività del prodotto e del mantenimento dell’ occupazione, mantenendo sempre la spada di Damocle di improvvise ri – delocalizzazioni nei medesimi paesi dove Whirlpool – Indesit conta numerosi stabilimenti che sono nuovi e in piena efficienza.
Insomma, se le nostre analisi sono giuste assisteremo nei prossimi anni a una rivoluzione in negativo delle condizioni complessive degli occupati in Whirlpool e se non ci sarà una inversione delle politiche governative e una nuova presa di coscienza di TUTTE le organizzazioni Sindacali e delle forze Politiche che si oppongono a questo stato di cose la battaglia che si profila all’ orizzonte rischia di essere persa in partenza.
Come è stato detto in questo documento la CONFEDERAZIONE COBAS LAVORO PRIVATO è ancora poco rappresentata in Whirlpool, tuttavia non mancheremo di costruire le giuste alleanze e di formulare le nostre proposte affinché si possa costruire con i Lavoratori un piano alternativo di sviluppo.
Siena 18.04.2015
COBAS WHIRLPOOL SIENA
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