Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La fine del capitalismo di relazione e il progetto europeo del Capital Market Union. Intervento di Domenico Moro

Postato il 7 Maggio 2015 | in Italia, Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

CapitalismoRecentemente, il presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, in un suo discorso alla Borsa di Milano ha affermato: <<il capitalismo di relazione è morto: è un sistema che in Italia ha prodotto effetti negativi ed è arrivata ora di mettervi la parola fine>>. Le parole di Renzi sono una ulteriore dimostrazione che la sua rapida ascesa non è stata casuale, ma determinata dalle dinamiche del potere economico in Italia, di cui appare espressione coerente sul piano politico. Ma che cosa è il “capitalismo di relazione”? Il capitalismo di relazione è la modalità attraverso cui i maggiori gruppi industriali, a partire dalla Fiat e dalla Pirelli, e i maggiori istituti bancari e assicurativi, a partire dalle Assicurazioni generali, sono stati legati tra di loro e con esponenti del capitalismo d’oltralpe per alcuni decenni.

Al centro di questo sistema si è situata Mediobanca, guidata da Enrico Cuccia, deceduto nel 2000 e considerato da molti l’eminenza grigia del potere economico del nostro Paese. Il modello di controllo si fondava sui “patti di sindacato”, ovvero su accordi attraverso cui poche famiglie del capitalismo italiano si garantivano il controllo delle realtà economiche più importanti con partecipazioni azionarie più o meno ridotte. Non a caso, si attribuisce a Cuccia la frase <<le azioni si pesano, non si contano>>. Un esempio importante di patto di sindacato è stato quello relativo alla casa editrice Rcs, proprietaria del principale quotidiano italiano, il Corriere della Sera.

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