November 24, 2024
Care/i compagne/i,
da alcuni mesi vi inviamo periodici aggiornamenti sulla lotta alla Fincantieri convinti che quello in corso non è una semplice vertenza aziendale, ma uno scontro di portata molto più ampia. I vertici di Fincantieri, infatti, si sono dati il compito di importare il “metodo Marchionne” nel campo delle imprese di stato o controllate dallo stato, e di aprire la strada all’attacco che Federmeccanica ha in programma di fare in autunno quando si dovrebbe rinnovare il contratto dei metalmeccanici. Quello che si profila, infatti, è o la secca pretesa padronale di avere 30 mesi di “moratoria”, come a dire l’annullamento del contratto nazionale per un “giro”, o una sfilza di richieste di “restituzione” da parte dei padroni, a cominciare da un taglio ai salari di almeno 60 euro in media (con il risibile pretesto che nel triennio 2013-2015 l’inflazione effettiva è stata più alta di quella programmata).
Certi del significato politico di questa lotta, e coscienti di quanto sono limitate le nostre forze a fronte di quelle messe in campo da Fincantieri, abbiamo chiesto fin dall’inizio agli organismi, ai siti, ai singoli compagni e ai lavoratori impegnati nelle lotte un aiuto non solo e non tanto a diffondere i nostri testi, quanto a fare il possibile per ricostituire un collegamento tra gli operai dei diversi cantieri che è andato distrutto negli scorsi anni e per spezzare l’isolamento nel quale questa lotta si trova. Dal momento che stiamo entrando in un passaggio critico di essa e le difficoltà per gli operai stanno crescendo, anche per effetto dell’azione disfattista di Fim-Uilm e, in altre forme, della Fiom, rinnoviamo con forza questa richiesta.
Queste nuove note di aggiornamento sono state stese prima degli incontri tra azienda e sindacati dei giorni 7 e 8 giugno, ma prima di diffonderle abbiamo preferito attendere che fosse noto l’esito degli incontri che hanno, una volta di più, confermato la ferma volontà di Fincantieri di portare a termine un attacco a 360 gradi ai propri lavoratori e ai lavoratori degli appalti. Dunque non c’è stato bisogno di modificare in nulla ciò che avevamo scritto. Dopo l’incontro Fim e Uilm hanno ulteriormente accentuato il loro servilismo verso la Fincantieri, facendo finta di vedere nel “piano industriale” presentato da Bono & C. un “importante passo in avanti nella discussione”. A sua volta la dirigenza della Fiom ha scoperto, con un’altrettanto incredibile “ingenuità”, che l’azienda “rilancia gran parte dei concetti pregiudizievoli a un accordo e già giudicati irricevibili dai lavoratori”, e risponde alla conferma dell’attacco padronale con… la predisposizione, forse, di “un’azione per comportamento antisindacale contro Fincantieri”. Sai che paura per Bono e la sua banda!
Ci piacerebbe raccontarvi che reagendo all’oltranzismo padronale gli operai, a partire da Marghera, da sempre il cantiere più combattivo del gruppo, hanno spazzato via una volta e per tutte questi bonzi dandosi un’autonoma organizzazione di lotta capace di fronteggiare l’aggressione padronale e di rivolgersi all’intera classe lavoratrice. Dobbiamo invece dirvi delle accresciute difficoltà, e anche degli arretramenti, che la lotta operaia sta al momento incontrando. Lo facciamo sia perché il nostro terreno non può essere altro che il terreno della realtà, ma soprattutto per discutere insieme il modo più efficace di intervenire in queste difficoltà, proprie all’intera classe operaia, e di continuare ad incitare i lavoratori alla lotta e spingerla comunque in avanti, con il bello e il cattivo tempo.
Marghera, 11 giugno
Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri
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