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La Corte dei Conti intervenga sulla vendita del palazzo ex Telecom

Postato il 1 Luglio 2015 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

Il pasticciaccio del palazzo ex Telecom

palazzo_ex-telecomE’ arrivata l’offerta della Fondazione Pisa per il palazzo ex Telecom che l’Amministrazione comunale ha deciso di vendere per ripianare il debito contratto dalla mancata vendita di parte della sesta porta e per fare cassa in vista del costoso e inutile People mover.

Già un anno fa  era pervenuta una richiesta della Fondazione Pisa per l’acquisto dell’immobile e lo stesso Sindaco ne dà notizia in una lettera del Settembre 2014.

In questi mesi ci sono state varie analisi, alcune delle quali hanno dimostrato la NON CONVENIENZA della vendita di questo immobile se teniamo conto dei costi sostenuti per la ristrutturazione dello stesso e dei costi che il comune dovrà affrontare con la ristrutturazione di parte degli attuali edifici che sono stati lasciati spesso in stato di abbandono per troppi anni.

L’offerta della Fondazione Pisa pare sia ad un prezzo decisamente piu’ basso di quello richiesto dal Comune e della Fondazione è la sola offerta pervenuta.

Questa operazione immobiliare non ha niente di conveniente ed è stata condotta con molti punti oscuri sui quali sarebbe bene fare chiarezza.

All’amministrazione comunale si chiede (e di renderne conto pubblicamente):

  • la ragione del bando pubblicato per soli 20 giorni contrariamente a quanto consigliato dalle normative anticorruzione
  • perché la delibera di Giunta 69\2015 parla di dismissione dell’ex Telecom entro il 25 Luglio, un tempo fin troppo esiguo per una operazione che avrebbe necessitato di tempi piu’ lunghi
  • la ragione per la quale una Società in liquidazione come Sviluppo Pisa possa concedere in comodato gratuito i locali della sesta porta
  • se questi locali della sesta porta sono idonei visto che la attuale caserma della Pm presenta fin troppe criticità a pochi mesi dalla inaugurazione
  • la ragione per la quale pare si voglia accettare offerte al ribasso fin da subito creando cosi’ un danno economico per la città e una oggettiva responsabilità erariale

Di tutto cio’ chiederemo conto anche alla Corte dei Conti

Cobas Pubblico Impiego Pisa

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