November 27, 2024
Gli ultimi di giugno, e i primi del luglio del 2015 sono, senza dubbio, tra i giorni al tempo stesso più drammatici ed interessanti degli ultimi anni, se non altro per l’imprevedibilità degli eventi che si avvicenderanno sino a domenica 5 luglio; in quella data verrà celebrato, in uno dei momenti più solenni da quando l’Unione europea è stata creata, il celeberrimo referendum greco che chiederà al popolo ellenico di esprimersi sull’accettazione delle condizioni poste dalle “istituzioni” in relazione alla questione del debito pubblico.
Sono oramai ampiamente noti i fatti che negli scorsi giorni hanno determinato l’interruzione delle contrattazioni tra la ex-troika (ora istituzioni) ed il governo ellenico, rappresentato da Tsipras e dal ministro dell’economia Varoufakis, evento che ha indotto proprio il capo del governo a consultare il “popolo” sull’opportunità di proseguire o interrompere la lunga trattativa: volendoli riassumere – chiedendo al lettore la licenza di non essere estremamente rigorosi nell’esposizione –, le proposte del governo greco, basate principalmente sul recupero dell’evasione fiscale e l’aumento della tassazione dei grandi patrimoni e dei capitali, si sono scontrate pesantemente con le esigenze delle istituzioni di continuare a vessare i lavoratori greci attraverso l’aumento della tassazione indiretta, anche su ben di prima necessità, tagliando pensioni e stipendi degli impiegati pubblici e prolungando l’età pensionabile con effetto quasi immediato. Ancora una volta, come se ce ne fosse stata la necessità, Ce, Bce e, ancor più il Fmi, si sono rivelati in tutta la loro natura e funzionalità istitutiva, ossia quella di tutelare il capitale internazionale, nelle sede istituzionali, a completo ed ovvio discapito della classe subalterna.
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https://rivistacontraddizione.wordpress.com/
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