November 27, 2024
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
È ufficiale, rimossi i container della vergogna dal parco di San Rossore!
Il fronte di di decine e decine di associazioni, reti antirazziste, scuole di italiano per stranieri, collettivi politici e amministratori, sindacati e partiti, avvocati e esperti in diritti dell’immigrazione ha rimesso al centro del dibattito politico la necessità di predisporre strutture adeguate all’accoglienza di chi scappa dai conflitti e dalla miseria.
È sicuramente una bella notizia, ma non certo qualcosa per cui gioire o gridare vittoria, semmai la riaffermazione di principi minimi di umanità e civiltà.
Al momento non sappiamo se, quando o in quanti arriveranno, ma sembra che sia stata abbandonata l’idea di nascondere i profughi in container di metallo, senza acqua corrente, servizi igienici o elettricità, lasciati arroventare al sole e isolati in quella savana deserta che diventa san rossore in estate.
Al di là dell’accantonamento dei container, il quadro nazionale, dai roghi di Treviso agli sbarramenti di CasaPound nella periferia romana, dall’inedita repressione poliziesca dei movimenti indisponibili a piegarsi alle logiche razziste della marginalizzazione dei rifugiati alla brutalità in stile Alabama violenta degli anni ’50 con cui parte della popolazione ha reagito ai minimi aiuti forniti a decine di profughi, ma non a loro, ai “poveri italiani”, fino alla strumentalizzazione mediatica capace di dipingere il fenomeno degli arrivi come una tragica emergenza a cui è impossibile far fronte. Tutto questo ha un nome, razzismo, e ad esso sì che non si può riconoscere alcun diritto di cittadinanza.
In una città dove si tollerano abusi e scempi edilizi monumentali mentre ci si accanisce distruggendo le roulotte di una famiglia rom colpevole di vivere in un terreno agricolo (abuso edilizio!), dove non si riscuotono crediti milionari che la collettività tutta vanta nei confronti di palazzinari e immobiliaristi, dove si lasciano strutture che potrebbero essere funzionali all’asilo, come il centro di accoglienza di via Garibaldi o l’ex distretto militare in via Giordano Bruno, manifesteremo domenica 19 alle 17 in Piazza XX Settembre, sotto il comune, per ribadire che a Pisa, in Italia e nel mondo intero gli unici ad essere di troppo e da allontanare sono i razzisti e gli intolleranti e che le decine e decine di metri quadri abbandonati in città potrebbero concretamente diventare nuovi luoghi di accoglienza dignitosa. Perché attendere oltre?
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