November 26, 2024
Se in Italia i salari aumenteranno troppo, rendendo antieconomico produrre a Maranello e Modena, Ferrari potrebbe dover “cercare luoghi di produzione alternativi“. A metterlo nero su bianco è il gruppo Fiat Chrysler, nei documenti forniti all’autorità di regolamentazione dei mercati Sec in vista della quotazione a New York del Cavallino rampante. Tra i fattori di rischio di cui gli investitori sono invitati a tener conto, perché potrebbero compromettere le performance future della casa delle Rosse e impedire alla società di ottenere i risultati attesi, è elencata appunto anche l’eventualità che debbano essere abbandonati gli storici impianti “dove montiamo tutte le vetture che vendiamo e dove produciamo tutti i motori che usiamo nelle nostre auto”. Le possibili cause? Non solo disastri naturali – “terremoti, incendi, inondazioni e uragani“, “guerre“, “attacchi terroristici” – e “pandemie“, ma anche “agitazioni sindacali“, “cambiamenti nella legge e nei regolamenti su esportazioni, fisco, occupazione” e “inflazione salariale“. Anche perché, si legge, “tutti i nostri dipendenti sono rappresentati da sindacati, coperti da contratti collettivi e/o protetti da leggi sui rapporti di lavoro che potrebbero ridurre la nostra capacità di ridurre rapidamente i costi”.
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