Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicato Cobas regione Toscana sull’attacco di Enrico Rossi al Pubblico Impiego

Postato il 7 Agosto 2015 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

Il problema non è fare o non fare … è fare … bene pubblico!

rossi giunta 2015Dietro a tanto fare si è prodotto il dissesto idrogeologico…
Dietro a tanto non fare c’è stata la fretta di aprire cantieri che finanziavano altri cantieri (Salerno-Reggio Calabria docet)

Su Toscana Notizie è apparsa una intervista a Enrico Rossi che fra le altre cose afferma:

«C’è ancora, anche in Toscana, questa cultura contraria alle grandi opere, all’industria, che vuole che nulla si muova. Chi pensa così punta alla rendita, ai redditi da impiego pubblico, ai pensionati, ma così ci condanna alla miseria, alla fuga dei nostri giovani, ad una Toscana piccola. Non serve una Arcadia, ma dinamismo e sviluppo. Io mi ribello e mi ribellerò alla “maledizione” del non fare nulla in Toscana. È anche un problema di credibilità, non solo di necessaria modernizzazione e di lavoro».

Per vedere il pezzo nel suo contesto questo è il link:

http://www.toscana-notizie.it/-/-con-le-grandi-opere-creiamo-lavoro-intervista-a-rossi-del-corriere-fiorentino

Ma si pongono delle domande:

  • Il settore pubblico secondo Rossi è inutile ed è associabile alla rendita? Chi vuole essere pagato in modo congruo nella pubblica amministrazione è al pari dei percettori di rendita (che vogliono godere di ciò che non hanno prodotto)? Il lavoro nella pubblica amministrazione non produce nessun valore?
  • I pensionati sono persone inutili perché non producono? Non hanno un valore sociale?
  • Le industrie e le grandi opere sono solo positive o sono anche state portatrici di corruzione, di sfruttamento, di disoccupazione orchestrata ad arte per abbassare i salari e i diritti dei lavoratori, di inquinamento ambientale fino ad arrivare a diffondere morte, come a Taranto e a Casale Monferrato? I morti sul lavoro sono dimenticati?

I redditi da pubblico impiego sono quelli che retribuiscono chi produce cultura, istruzione, memoria, chi protegge salute, ambiente, paesaggio, territorio, suolo. Non sarebbe il caso di aumentare l’occupazione in questi settori?  Non è mai l’istruzione professionale a creare valore ma sempre la cultura che va oltre ciò che oggi appare necessario: più utile la filosofia e la storia dell’arte dell’imparare lavorando (che poi è semplice lavoro non retribuito legalizzato).

Uno dei  compiti della pubblica amministrazione è proprio quello di impedire a industria e grandi opere di distruggere valori sociali, ambientali, paesaggistici, e in questo modo produrre valore in termini di patrimonio territoriale e beni comuni.

Tenere insieme nel discorso rendita, pubblico impiego e pensionati è davvero incomprensibile: la rendita è quella estratta grazie alla scarsità prodotta artificialmente (esempio: mercato immobiliare), è il valore prodotto collettivamente (per esempio la qualità delle città e dei territori) e appropriato privatamente (vendendolo e affittandolo). La rendita fondiaria è una componente corposa del reddito da attività immobiliare e da turismo (e dei connessi investimenti finanziari).

Non c’è industriale e produttore che avendone la possibilità non sfrutti un vantaggio competitivo sugli altri, una rendita da monopolio appunto. Come la qualità dei territori in cui produce, che non ha prodotto lui.

La rendita non ha nulla a che fare con il lavoro nel pubblico impiego che produce valore e con il reddito dei pensionati che fa parte dei diritti di base di qualsiasi società civile. E senza civiltà non c’è né dinamismo né sviluppo che valga le pena di percorrere.

Marvi Maggio – Cobas Regione Toscana

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