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Addio a Robert Conquest di Andrea Furlan

Postato il 18 Agosto 2015 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

robert-conquestIl 3 agosto 2015, nella città di Palo Alto in California, all’età di 98 anni, è scomparso il grande storico inglese Robert Conquest (nato nel Worcestershire il 15 luglio 1917, lo stesso anno della Rivoluzione che avrebbe poi studiato nelle sue tragiche conseguenze per il resto della vita).
Con i suoi numerosi saggi – in particolare quelli dedicati al tema dello stalinismo e dell’Unione sovietica – e con la ricchezza di dati in essi contenuti, aveva dato un contributo fondamentale per la diffusione di uno spirito critico verso l’esperienza dell’Urss, contro la vulgata filostaliniana sostenuta da intellettuali compiacenti in vari Paesi del mondo.
Il merito storico che dobbiamo riconoscere a Conquest non è rappresentato unicamente dalla sua denuncia ultradocumentata dei crimini contro l’umanità compiuti dallo stalinismo – crimini che sono ormai riconosciuti da tutti o quasi tutti gli storici più seri che si occupano dello stalinismo e del Gulag – ma anche dalla lungimiranza con cui seppe prevedere la crisi inevitabile di quel sistema. E ciò perché seppe scavare a fondo nelle ragioni politiche che portarono alla trasformazione in controrivoluzione del processo rivoluzionario russo, partendo da un’analisi lucida (anche perché in gioventù era stato a sua volta membro del Partito comunista) delle prime scelte compiute dal Partito bolscevico al potere, quelle che spalancarono la porta alla distruzione del processo rivoluzionario e al successivo trionfo della burocrazia stalinista.
La sua opera di maggior rilievo – e certamente la più celebre – è Il Grande Terrore, del 1968 (Mondadori 1970 – aggiornata nell’ultima versione pubblicata dalla Bur nel 1999): un’opera monumentale sulla violenza con cui il regime staliniano distrusse ogni forma di opposizione, reale o potenziale, all’interno del Partito, nel Paese, tra i popoli che ebbero la sventura di appartenere all’Urss o di essere da essa annessi (vedi la Polonia).
A rileggerlo si riesce ancora ad apprezzare pienamente il valore della ricostruzione storica, minuziosamente descritta senza lasciare nulla di indimostrato, secondo un preciso ordine cronologico e in anni in cui ancora non erano apparse le ricerche sul terrore staliniano prodotte dopo il 1989. Non esisteva ancora nemmeno Arcipelago Gulag di Solženicyn, che fu pubblicato in prima edizione nel 1973.
Conquest ha fornito una descrizione ma anche un’interpretazione degli eventi che avevano portato Stalin al potere, e delle ragioni per le quali il dittatore georgiano ebbe bisogno di eliminare fisicamente non solo gli oppositori, ma anche i più stretti collaboratori, i principali responsabili della repressione, i quadri dirigenti dell’esercito. E tutto ciò allo stesso tempo in cui faceva morire di fame o in seguito a deportazione milioni di contadini, in particolare in Ucraina, ma non solo.

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