Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il regolamento attuativo nei nidi… intervenire prima che sia troppo tardi

Postato il 18 Marzo 2013 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Per rendere effettivo un’ampliamento non solo quantitativo ma anche qualitativo dell’offerta educativa alla prima infanzia, come richiesto dagli accordi internazionali, ed estendere un’ottimo modello educativo che è quello toscano senza snaturarlo nelle sue componenti essenziali (proposte pedagogico educative fatte fin dalla più tenera infanzia, lavoro per piccoli gruppi, attenzione ai bisogni individuali dei bambini e delle loro famiglie…), come accordato le inviamo un sunto dei punti salienti sui quali ci sembra necessario lavorare in vista dell’approvazione del regolamento attuativo alle modifiche fatte alla legge 32.

Il modo di parametrare il rapporto numerico sulle fasce d’età e non più sul totale dei bambini (come è ora) comporta per sua stessa natura un aumento del rapporto numerico stesso con conseguente diminuzione degli educatori in organico, abbassamento della qualità del servizio e perdita di posti di lavoro.

Ulteriore abbassamento della qualità è dato dall’ipotesi di aumentare il numero dei bambini iscritti riducendo di conseguenza lo spazio a disposizione per ogni bambino che da 6mq passerebbe a 5mq

Gli unici spazi che passerebbero da 4mq a 5mq sono quelli attualmente definiti multifunzionali, ossia dove riposo/pranzo e gioco si svolgono tutti nello stesso ambiente (in definitiva dunque prevalentemente servizi privati, ma quasi nessun servizio pubblico per i quali da tempo si è provveduto a separare i vari ambiti di vita in rispetto dell’igiene e della dignità dei bambini).

Non si capisce come mai il miglioramento del servizio privato debba comportare il peggioramento di quello pubblico.

L’ampliamento del calendario di apertura del servizio (almeno 10 mesi all’anno con un’apertura giornaliera fino a 12 ore) non solo non terrebbe conto del ccnl dei lavoratori del settore ma sopratutto permetterebbe l’istituzionalizzazione dei bambini.

Si potrebbe proporre un ampliamento del calendario di apertura solo contemporaneo all’istituzione di moduli con un massimo di 8 ore di permanenza per bambino e nel mantenimento degli standard del ccnl del settore per le lavoratrici (42 settimane annuali, 30 ore di frontale settimanali).

La qualità di un servizio non può prescindere dalla tutela delle lavoratrici impiegate, tant’è che attualmente l’applicazione del ccnl del settore di riferimento ai dipendenti è uno dei requisiti per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi privati. Nella bozza del nuovo regolamento questa clausola è sparita. Ormai anche i contratti nazionali al massimo risparmio come quelli delle cooperative diventano un ostacolo.

Non tutelare le lavoratrici significa che chi passa la maggior parte del tempo con i bambini è sottopagato, ricattabile e posto in condizioni di lavorare male (malato o quant’altro)

Cobas Pubblico Impiego

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