Oggi nelle carceri italiane l’estate è stata caratterizzata da un’esplosione di suicidi: sei persone detenute si sono tolte la vita in un mese in altrettanti carceri italiane. Regina Coeli (Roma), Terni, Teramo, Pisa, Alba e Carinola (Caserta). Al 30 luglio, stipati nelle carceri italiane, risultavano 52.144 di cui 2.122 donne (lo scorso anno erano 54.414); oltre 8.000 sono in attesa di giudizio; la stragrande maggioranza della popolazione reclusa è dentro per reati contro il patrimonio (30.042). Al 31 luglio 2015, di detenuti/e in misura alternativa (ossia controllo penale esterno) se ne contavano 33.309 (nel 2014 erano 32.206), un incremento risibile nonostante che il ministro e tutto lo staff del Ministero della giustizia afferma di voler incrementare le misure alternative diminuendo le presenze in carcere. Pochi sono gli affidamenti in prova al servizio sociale 12.793; pochissimi in semilibertà 723; solo 9.936 gli arresti domiciliari; 5.990 i lavori di pubblica utilità; 3.673 in libertà vigilata; 189 in libertà controllata e cinque in semidetenzione.
Nonostante la diminuzione di presenze il carcere continua a uccidere. Il cosiddetto “sovraffollamento” è stato alleggerito, dopo la strigliata della Corte europea, ma non sono cambiate le condizioni di annichilimento e devastazione della personalità delle persone recluse.
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