November 26, 2024
“Siamo tornati indietro di cent’anni: non si possono mandar via persone da una fabbrica perché si sono presi il ‘lusso’ di due giorni di malattia in sei mesi”. In via della Repubblica, nella sede della Cgil di Foggia, si guarda agli sconfitti del Jobs Act, i ragazzi assunti dalle agenzie interinali ai quali non è stato rinnovato il rapporto di lavoro con Fca (come anticipato da l’Immediato), il colosso delle automobili guidato da Sergio Marchionne. Non sono bastate infatti le promesse dell’ad, supportate dal premier Matteo Renzi, che aveva garantito la certezza di un contratto a tutele crescenti per i circa 1500 nuovi assunti a Melfi. “L’azienda dice che sono andati via in 70, ma noi pensiamo siano molti di più – spiega a l’Immediato Roberto D’Andrea, responsabile nazionale delle aziende dell’indotto auto della Fiom -, sui numeri c’è scarsa trasparenza. Basti pensare che ad orbitare intorno ad Fca ci sono 500 somministrati, ma per le agenzie sono 1500. Anche su questo si gioca una partita che lascia sul campo molti sconfitti”.
Per questo, assieme al coordinatore nazionale Fiom per Fca, Michele De Palma, è stato messo su il sito somministratimelfi.it, “dedicato agli assunti a Melfi con contratto di somministrazione”, come riportato in home page. “Molto spesso non denunciano le condizioni di lavoro, anche se non gli viene rinnovato il contratto, perché temono ripercussioni o perché sperano di essere riassunti, anche dopo qualche mese”, precisa ancora D’Andrea. Il numero Whatsapp servirà proprio a questo: raccontare le proprie esperienze nell’anonimato. “Serve far capire che esiste un sistema di garanzie sul lavoro che può permettere una vita dignitosa, che non inizia e finisce tutto in Fiat – aggiunge il referente foggiano del sindacato, Ciro Di Gioia -, spesso persino le disfunzioni organizzative dell’azienda vengono scaricate come responsabilità sui dipendenti, come è accaduto nell’ultimo caso del ritardo dei fornitori che ha rallentato i ritmi di produzione.
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