Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Guatemala: una situazione bloccata?

Postato il 12 Settembre 2015 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Guatemala-marcia-funebre-delle-elezioni-a-vigilia-votoLe elezioni in Guatemala si sono svolte in una relativa calma e con una percentuale di partecipazione di quasi il settanta per cento, cosa non da poco, in tempi in cui l’astensionismo – in tutto il mondo – è ormai il dato più diffuso in ogni tipo di votazione.

Al momento in cui compongo questo pezzo, il risultato non è ancora definitivo, ma è certo che si andrà al ballottaggio, previsto per il 25 ottobre.

Se non vi sono dubbi sul primo posto di Jimmy Morales, che si aggiudica ampiamente il podio con oltre il 25 per cento, pare che si profili la possibilità che al secondo turno la sfidante sia Sandra Torres (UNE, centrosinistra) e non il destrissimo Manuel Baldizòn.

La sinistra si presentava con il Frente Amplio, alleanza fra URNG-MAIZ, che esprimeva il candidato Presidente nella persona di Miguel Angel Sandoval, storico dirigente della lotta di liberazione (1960-1996) e del negoziato per gli accordi di pace, e il partito indigeno WINAQ, che con Mario Ellington, di etnia Garifuna, esprimeva invece il candidato vicepresidente. Il risultato , a scrutini non ancora conclusi pare assestarsi attorno al 3,9 per cento, confermando probabilmente le proprie rappresentanze sia in parlamento che nei consigli comunali. Un risultato non brillante, ma che tuttavia non era affatto scontato. Le condizioni in cui si è svolta la campagna elettorale, ma più in generale le condizioni di agibilità politica che vive il Guatemala, mettevano nel ventaglio delle possibilità anche la definitiva scomparsa dell’area della sinistra di alternativa, la quale raccoglie in maniera sostanziale l’ eredità del movimento di liberazione dei tempi del conflitto armato interno, e tuttavia non riesce a convogliare sul piano elettorale i movimenti sociali – non solo indigeni – che si sono sviluppati in questi ultimi anni, e che hanno assunto dimensioni talora imponenti, soprattutto dopo il disvelamento dell’enorme catena di corruttele coinvolgenti il governo e lo stesso presidente uscente Otto Perez Molina, arrestato per crimini contro lo Stato. Un personaggio che – per altro – ha sulla coscienza un consistente numero di nefandezze risalenti al tempo della guerra civile.

Nel caso del ballottaggio Morales-Torres, non è chiaro se URNG-MAIZ e il Frente Amplio consiglieranno l’astensione o appoggeranno informalmente la candidata di centrosinistra.

Morales è personaggio che raccoglie ampiamente i voti dello scontento e dell’antipolitica, c’è chi lo definisce una sorta di “Grillo guatemalteco”, ma le sue posizioni complessive, al netto di una proclamata intenzione di indire la crociata contro la corruzione, sono nettamente di destra sia sul piano sociale che su quello internazionale. L’ eventuale vittoria di un centrosinistra, in qualche misura sostenuto dalla sinistra e da almeno una parte dei movimenti sociali, potrebbe forse aprire spazi a una politica diciamo riformista, che possa portare vantaggi nella vita delle popolazioni più povere.

E’ comunque interessante notare che nel futuro della politica istituzionale guatemalteca, il “fianco sinistro” non è più totalmente scoperto come nel passato. Il Frente Amplio, che da anni sta cercando di lavorare per essere sempre più degno di tale definizione, potrebbe cercare di intessere rapporti con la Convergencia Democratica, partito di ispirazione socialista, e con l’ Encuentro por Guatemala, movimento di centrosinistra con una lunga storia nella difesa dei diritti civili, e che gode di una certa attenzione anche da parte indigena, che ha avuto un risultato elettorale di tutto rispetto (provvisorio attorno al sette per cento).

Ma probabilmente molto dipenderà anche dalla possibilità che gli spazi di democrazia si allarghino almeno un po’, e che le mobilitazioni sociali non scemino rapidamente, come è avvenuto in altri periodi, ma anzi si rafforzino e vedano la sinistra politica, più unitariamente possibile, ben riconoscibile al loro interno.

Situazione, quindi, da osservare attentamente nel tempo, e sulla quale dovremmo sviluppare un moto di solidarietà ben più ampio di quanto non sia successo fino ad ora.

Pippo Tadolini

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