Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Pensioni: opzione Donna

Postato il 28 Settembre 2015 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

OPZIONE DONNA

opzione-donna-pensioneLe lavoratrici che intendono esercitare l’opzione donna la cui finestra di decorrenza si sia aperta entro il 31 dicembre 2015 possono farlo in qualsiasi momento successivo a tale data purchè abbiano risolto il rapporto di lavoro dipendente. Lo comunica l’Inps in risposta ad un quesito posto dai Patronati del Ce.Pa. (Inas, Inca, Ital e Acli) indicando che anche nei confronti di queste lavoratrici si può invocare il principio della cristallizzazione del diritto a pensione previsto per la generalità dei lavoratori.

Pertanto le lavoratrici che intendono usufruire del regime sperimentale, con “finestra di accesso” aperta entro il 31 dicembre 2015, possono scegliere di andare in pensione in qualsiasi momento successivo, previa presentazione della relativa domanda e della cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Ad esempio, una lavoratrice dipendente del settore privato che ha perfezionato i requisiti anagrafici e contributivi richiesti (57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contribuzione) nel mese di novembre 2014, con conseguente apertura della “finestra” dal 1° dicembre 2015, può avvalersi di questa facoltà ed accedere al trattamento pensionistico anche successivamente a tale data, ad esempio il 1° marzo 2016.

Si tratta di una precisazione importante in quanto consente alle lavoratrici che sono in possesso di tutti i requisiti per accedere al regime sperimentale di poter continuare a restare sul posto di lavoro anche oltre il 2015 senza perciò perdere il diritto all’uscita anticipata. Che potrà essere esercitato in un momento successivo. La notizia è stata riportata dall’Inca Nazionale.


Leggi tutto al seguente indirizzo:

http://www.pensionioggi.it/notizie/previdenza/opzione-donna-la-domanda-potra-essere-presentata-anche-dopo-il-2015-5646546#ixzz3mYRliIoY

Nuova opzione donna – Il Governo lavora all’uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: si tratta di una nuova opzione donna – spiegano tecnici dell’Esecutivo – che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell’assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia.  Senza interventi sulla riforma Fornero le donne del settore privato l’anno prossimo si troveranno di fronte a un nuovo scalino con il passaggio dell’età di vecchiaia da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi (1 anno e 10 mesi in più rispetto al 2015). Il Governo – spiegano quindi alcuni tecnici che stanno studiando il dossier – ipotizza il varo di una nuova ‘opzione donna’ con la possibilità di anticipare di tre anni l’uscita rispetto all’età di vecchiaia (quando nacque opzione donna con il ministro del Lavoro, Roberto Maroni nel 2004 si fissò l’asticella a 57 anni, tre anni di anticipo rispetto all’uscita di vecchiaia allora fissata a 60 anni, ndr).

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