Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Lunedì 5 ottobre alla ore 12 Conferenza stampa di fronte al Tribunale di Pisa

Postato il 5 Ottobre 2015 | in Eventi, Scenari Politico-Sociali, Territori | da

casasfrattiCi troviamo a denunciare pubblicamente un grave scandalo che si  inserisce in una serie di ripetuti illeciti, verificati nello  svolgimento della procedura di esecuzione degli sfratti, e che hanno come responsabile politico i vertici delle istituzioni cittadine e gli  organi preposti a garantire i diritti sociali delle famiglie (come la  commissione territoriale sfratti).
Vittima principale di questi abusi sono nuclei familiari in gravi  condizioni di disagio economico e in emergenza abitativa poiché colpiti  da sfratti.

Ma in cosa è consistito questo abuso?

Il caso che denunciamo e che vogliamo sia perseguito in ogni sua forma  è quello che riguarda la famiglia di Nicoletta, di suo fratello e dei  loro rispettivi 4 figli. In data 11 settembre il nucleo in questione,  residente nel quartiere di Cisanello in via di mezzana, riceve la visita  dell’ufficiale giudiziario Domenico Crea, dell’avvocato della proprietà,  e di una squadra volante delle forze dell’ordine comandata  dall’ispettore Vito Boncori che intimano di lasciare l’immobile per  portare a compimento la procedura esecutiva dello sfratto. Di fronte  alla presenza di minori la medesima procedura viene sospesa e rinviata  alla data del 28 settembre 2015, nuovamente con la richiesta di presenza  della forza pubblica. Alla famiglia in questione non viene offerta nessuna soluzione  alternativa, nonostante sia seguita dai sevizi sociali del territorio.

In data 16 settembre esce il bando nazionale “prevenzione sfratti” con il quale nuclei familiari che hanno procedure di sfratto possono  richiedere contributi economici per ripagare il debito “morosità incolpevole” al proprietario. La famiglia partecipa al bando in questione con l’intenzione di avviare con la proprietà una procedura di sospensione dello sfratto a fronte della possibilità di quest’ultima di rientrare in possesso di una morosità fino ad 8mila euro. In data 24 settembre la commissione territoriale sfratti, alla presenza dei sindacati inquilini, degli uffici comunali della casa e dell’assessore alla casa Ylenia Zambito, inoltrano una richiesta al prefetto Attilio Visconti con cui chiedono di sospendere l’utilizzo della forza pubblica per tutti i nuclei familiari residenti nel Comune di Pisa che abbiano presentato domanda del “bando morosità sfratti”, in attesa della valutazione delle richieste del bando morosità che avverrà in data 7 ottobre 2015.

Il prefetto Attilio Visconti con un’ordinanza prefettizia comunica al questore di Pisa Alberto Francini, al Tribunale di Pisa e all’UNEP (l’organo degli ufficiali giudiziari) la sospensione della forza pubblica per tutti gli sfratti che rientrano nella domanda “morosità incolpevole” dal 26 settembre al 7 di ottobre 2015. Il giorno Lunedì 28 settembre, alle ore 8 e 30 circa, ben due giorni dopo l’ordinanza prefettizia di sospensione della forza pubblica, alla porta del condominio di Via mezzana dove abita Nicoletta con i figli e il nucleo del fratello, si presentano con atteggiamento intimidatorio l’Ufficiale Giudiziario Domenica Crea, accompagnato dalla forza pubblica nella persona dell’ispettore Vito Boncori e alcuni rappresentanti della proprietà immobiliare. Gli stessi eseguono lo sfratto aprendo la porta con la forza, nonostante la famiglia avesse chiesto di non entrare in casa a causa della presenza di minori che doveva accompagnare a scuola. Viene invece sbattuta in mezzo alla strada la famiglia alla quale viene esplicitamente detto dalla forza pubblica “di recarsi ai servizi sociali”. Gli stessi provvederanno a smembrare il nucleo familiare ed a
trovare per alcuni giorni un affittacamere in cui trasferire madre e figli, in cui tutt’ora si trovano.

L’ufficiale giudiziario Domenico Crea, la forza pubblica e la proprietà dell’immobile hanno quindi eseguito lo sfratto di una famiglia in grave difficoltà, nonostante l’ordinanza del prefetto che imponeva alla questura di non presentarsi nell’esecuzione degli sfratti, al fine di evitare tensioni ed aspettare l’uscita della graduatoria del bando morosità, prevista per il 7 ottobre.

Chi pagherà per quest’ingiustizia? Ad oggi solo la famiglia si trova in condizioni inenarrabili dal punto di vista umano e sociale, a causa di errori commessi volontariamente e con dolo dall’ufficiale giudiziario Domenico Crea e dalla forza pubblica.

Ci chiediamo:

1. Come mai la commissione territoriale ha chiesto ed ottenuto una sospensione della forza pubblica dal prefetto (per soli 11 giorni) e questa sospensione non è stata applicata nel caso sopracitato?

2. Come mai il funzionario di polizia era presenta con la sua squadra mobile per portare a compimento questo sfratto, se il prefetto aveva comunicato con un’ordinanza la sospensione della stessa?

3. Come mai l’ufficiale giudiziario Crea non ha risposto alle richieste dei servizi sociali che lo informavano delle procedure dei bandi  morosità ed ha portato lo sfratto a compimento avvalendosi della forza pubblica, nonostante la comunicazione dell’ordinanza prefettizia?

4. Come mai la commissione territoriale non ha alcun potere né procedure atte a controllare che il diritto degli inquilini venga rispettato e che l’ordinanza del prefetto sia effettivamente applicata?

5. Come mai l’ordinanza del prefetto è stata violata così facilmente?

6. Chi controlla l’operato dell’Ufficiale Giudiziario Domenico Crea? Che è anche il dirigente dell’Unep in carica?

Domande alle quali chi come le associazioni si ritrovano da anni a sopperire ad un’effettiva giustizia per gli inquilini meno abbienti e  per il diritto alla casa, conosce la risposta. In questa città la prassi dell’esecuzione degli sfratti viola le più elementari regole e procedure di rispetto dei diritti umani e delle leggi nazionali e regionali che prevedono il passaggio da casa a casa.  Purtroppo gli unici vantaggi sono esclusivi di quei proprietari che hanno alte disponibilità economiche ed avvocati che talvolta intimano gli ufficiali giudiziari stessi di denuncia se non portano in breve  tempo a compimento l’esecutività dello sfratto. L’ufficiale giudiziario Crea ricorre molto spesso all’utilizzo della forza pubblica per eseguire gli sfratti, nonostante le esplicite richieste di associazioni di inquilini e di servizi sociali di evitare tensione nei confronti di famiglie con minori al seguito che stanno aspettando soluzioni alternative, come il passaggio di casa a casa, il bando morosità o addirittura l’indennità di occupazione. Basterebbe un minimo di indagine statistica riguardo all’utilizzo della forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti nella zona di Cisanello,  anche ai primi accessi, per rendersi conto di un’anomalia che purtroppo rivela un funzionamento basato su di un’accelerazione dell’esecuzione degli sfratti ogni qualvolta proprietari tramite i loro avvocati
“richiedono” agli ufficiali giudiziari come Domenico Crea di eseguire il procedimento. In discussione qui è il ruolo autonomo dell’ufficiale giudiziario che deve portare a compimento un titolo giudiziario, non essere dipendente in tutto e per tutto dai proprietari. Soprattutto in un momento storico in cui gli sfratti sono più di mille nella nostra città e la “morosità incolpevole” accumulata dalle famiglie cresce rivelando il perverso squilibrio tra affitti di mercato e diritto alla casa, non è più tollerabile che lo Stato in tutte le sue forme tuteli esclusivamente la grande proprietà immobiliare, mostrandosi nei confronti delle fasce più deboli socialmente, con il volto della violenza insita nell’esecuzione con la forza pubblica dello sfratto di famiglie che non hanno la possibilità di pagare quello che è sancito come diritto.

Per questo chiediamo:
• L’immediata soluzione abitativa dignitosa per Nicoletta e la sua famiglia.
• La verifica dell’idoneità dell’ufficiale giudiziario Crea da parte del tribunale di Pisa su come è stato svolto il lavoro di quest’ufficiale giudiziario, a fronte dell’episodio di sfratto di Nicoletta alla presenza delle forze dell’ordine, durante l’ordinanza di sospensione della forza pubblica da parte del prefetto.
• Un’indagine che porti alle responsabilità in seno alla questura sulla presenza delle forze dell’ordine nei procedimenti di sfratto in cui è stata ordinata dal prefetto la sospensione della forza pubblica.
• Una verifica da parte del prefetto sulle responsabilità di chi ha violato un’ordinanza che, ricordiamo, ha come obiettivo la garanzia di un tetto sopra la testa di famiglie con bambini; e l’estensione di questa sospensione della forza pubblica fino al compimento delle indagini relative alle modalità di azione degli ufficiali giudiziari.
• L’immediata apertura della commissione sfratti alle associazione che si battono per il diritto alla casa, e l’inizio di un tavolo istituzionale comprendente tutti i soggetti interessati alla questione
abitativa, al fine di evitare l’esecuzione degli sfratti e trovare soluzioni alternative.

Non ci fermeremo finché giustizia non sarà fatta e di tutto questo intendiamo informare la procura della Repubblica di Pisa, nonché il Prefetto di Pisa per i provvedimenti di rispettiva competenza

Progetto prendocasa – Pisa

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