November 26, 2024
E’ stato firmato ad Atlanta il Trans-Pacific Partnership (Tpp). Il più grande accordo di libero scambio della storia recente riguarda gli Stati uniti e altri 11 paesi del Pacifico: oltre a Europa e Giappone, vi partecipano Australia, Brunei, Canada, Cile, Malasia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. Il più ambizioso accordo commerciale mai realizzato, preparato nel corso di otto anni, include il 40% dell’economia mondiale. Un grande risultato di Obama, che sposta gli interessi Usa nel Pacifico e mira a contrastare l’avanzata della Cina. Manca la ratifica del Congresso degli Stati uniti, ma si potrebbe seguire una procedura accelerata. A giugno, con 60 voti a favore e 30 contrari, il Senato ha autorizzato questa procedura per i trattati commerciali internazionali che consentono a Obama di realizzare l’agenda prevista. Anche gli altri governi firmatari dovranno sottoporre l’accordo all’approvazione dei singoli parlamenti e far fronte all’opposizione crescente dei movimenti popolari.
Il discorso ufficiale esalta le meraviglie del Tpp per l’abbattimento delle barriere commerciali, per l’aumento delle possibilità di lavoro e degli standard ambientali tra le nazioni. Un documento pubblicato a gennaio dal sito Wikileaks sintetizza invece la natura neoliberista dell’accordo e i suoi beneficiari: in primo luogo le multinazionali che avranno campo libero per nuovi mercati e potranno eludere le normative nazionali rivolgendosi a più benevoli tribunali di arbitraggio internazionale. Il modello da esportare sarà sempre più quello delle maquilas messicane — le fabbriche ad altissimo sfruttamento in cui i diritti dei lavoratori sono pari a zero.
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