Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

UNI(S)CREDIT

Postato il 16 Novembre 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

DA UNICREDIT 

UnicreditCosì la banca dice di se stessa nel 2009

UniCredit oggi è un Gruppo Finanziario presente in 23 Paesi, dove opera attraverso una rete di oltre 9.000 sportelli e un organico di oltre 170.000 dipendenti. La sua capitalizzazione di mercato, intorno agli 80 miliardi di Euro a metà ottobre, lo colloca ai vertici del sistema finanziario di Eurolandia e tra le prime dieci banche del mondo. Ci definiamo la prima Banca veramente Europea perché operiamo in tutti i Paesi ove siamo presenti come banca locale e, come tale, profondamente radicata in tuttle singole realtà. Al contempo siamo però in grado di fornire alla clientela il valore aggiunto derivante dal fatto di essere un “Player Europeo”, con una conoscenza globale dei mercati finanziari.“.  

A UNI(S)CREDIT

Così la realtà di oggi

“Abbiamo approvato un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso”, ha commentato l’amministratore delegato dell’istituto Federico Ghizzoni sostenendo che “è soprattutto realistico perché si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali ed è un piano totalmente autofinanziato”. Il nuovo piano di Unicredit al 2018 prevede 18.200 tagli di personale. Il dato include la vendita della controllata in Ucraina e la joint venture con Pioneer. La diminuzione degli occupati si realizzerà sia nei corporate centres (-17% sul 2014) sia nelle banche commerciali di Italia, Germania e Austria e nell’Europa Centro Orientale (-9% sul 2014). In particolare i dipendenti italiani tagliati saranno ben 6.900, 5.800 dall’area retail e 1.100 dai centri direzionali. E così nel 2018 la forza lavoro globale della banca milanese ammonterà a 111mila posti a tempo pieno. Accanto ai tagli, il gruppo prevede misure di contenimento dei costi per 1,6 miliardi. E la chiusura di 800 filiali entro il 2018 in Italia, Germania e Austria.

L’emorragia di dipendenti prosegue ininterrotta dai tempi della fusione con Capitalia: a fine 2008 i lavoratori del gruppo a livello mondiale erano 174mila, di cui 77.420 in Italia, e le filiali oltre 10.200, metà delle quali nella Penisola. A distanza di sette anni, il saldo è di 47.151 posti persi. Il bilancio dei primi nove mesi del 2015 riporta infatti che i lavoratori rimasti in organico sono 126.849, mentre gli sportelli superstiti ammontano a 7.055, di cui solo 3.921 in Italia.

Marco Bersani

Attac Italia

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