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Misericordia: dimesso il magistrato…si avvicinano nuovi licenziamenti

Postato il 19 Novembre 2015 | in Scenari Politico-Sociali, Territori | da

Dimesso il Magistrato della Misericordia.

Stipendi e posti di lavoro a rischio

ComNella serata di ieri, Martedi’ 17 Novembre, si è dimesso il Magistrato della Misericordia di Pisa formato da 11 membri , con Governatore il commercialista Luigi Marchetti.

I Cobas avevano già denunciato, mesi fa, la crisi interna alla Misericordia, crisi acuita da contrasti sulla gestione del 118 che il Governatore, e il suo braccio destro Orvietani, volevano dismettere già un anno or sono  fermati solo dalla strenua opposizione dei volontari.

Nell’arco di pochi anni,  Misericordia di Pisa ha perso gran parte dei servizi e del personale, basti ricordare il trasporto sociale e sanitario (interno all’ospedale), gli ambulatori e tanto altro ancora.

Contrariamente a quanto dichiarato dal Vescovo e dai vertici della Misericordia, i 32 licenziamenti del 2013 non hanno salvato dal collasso la Confraternita perché non è mai esistito quel piano di rilancio sbandierato sulla stampa dal Governatore,  infatti gli immobili sono rimasti sfitti, gli ambulatori dismessi, rimosse le convenzioni con i medici in affitto,  le attività sociali ridotte al solo 118 che per mesi è stato sul punto di chiudere perché giudicato una rimessa.

E’ evidente che le pur tardive dimissioni del Magistrato (organo dirigente della Misericordia) sono il frutto di un clima avvelenato, di insanabili divisioni interne e della assenza di ogni controllo da parte di Mons Benotto che per Statuto avrebbe dovuto esercitare un ruolo di controllo e di garante. Su di lui pesa la responsabilità della attuale situazione.

Non immune da colpe è anche la Misericordia Toscana,  l’intervento del Presidente Corsinovi, strenuo difensore dei licenziamenti del 2013 e del Governatore dimissionario, è  tardivo e inefficace visto che il ruolo della Confraternita, in ambito socio sanitario, si è nel frattempo ridotto al lumicino quando un intervento sarebbe stato possibile conservando parte dei servizi dismessi.

Le stesse attività profit come quelle cimiteriali sono state ridimensionate palesando incapacità gestionali come determinano le riduzione dei funerali e le minori richieste per le sepolture nel cimitero della Misericordia (ormai rimangono meno di 50 posti liberi)

Per anni si sono raccontate bugie ai soci, per esempio quando veniva detto che l’immobile del Cep stava per essere venduto, infatti non solo non ci sono mai stati acquirenti ma addirittura si sono cacciati quanti pagavano gli affitti.

Una gestione all’insegna della dismissione della Confraternita, non certo finalizzata alla salvaguardia della stessa e al rilancio delle attività.Tutto cio, già nei prossimi giorni, potrebbe tradursi nel blocco degli stipendi e, a inizio 2016,  nel licenziamento degli ultimi dipendenti (passati da 67 a 23 nell’arco di due anni e mezzo)

Chiediamo al Prefetto di farsi carico di questa situazione, è inaccettabile dismettere un  importante patrimonio lavorativo e professionale  che determinerebbe anche la fine della esperienza di volontariato in ambito socio sanitario e nella stessa protezione civile.

Sia chiaro fin da ora che non faremo sconti a chicchessia, la situazione della Misericordia non passi sotto silenzio, i vertici regionali si assumano quelle responsabilità che hanno rifiutato due anni e mezzo fa, sia nominato un commissario straordinario  per il rilancio delle attività Salvaguardiamo gli attuali posti di lavoro, valorizziamo il ruolo dei volontari e scongiuriamo la chiusura delle attività della Misericordia di Pisa

Cobas Pisa

Le notizie della stampa:

Misericordie: Cobas Pisa, mai esistito piano rilancio
‘Vescovo porta responsabilità situazione’

(ANSA) – PISA, 18 NOV – “Contrariamente a quanto dichiarato dal vescovo e dai vertici dell’arciconfraternita, i 32 licenziamenti del 2013 non l’hanno salvata dal collasso perché non è mai esistito un piano di rilancio”. Lo affermano dopo le dimissioni dell’organo di governo della Misericordia pisana, che apre la strada verso un nuovo commissariamento, i Cobas in una nota nella quale accusano esplicitamente monsignor Giovanni paolo Benotto: “Porta il peso della responsabilità di questa situazione”.
“Gli immobili sono rimasti sfitti – denuncia il sindacato – gli ambulatori dismessi, rimosse le convenzioni con i medici di base che portavano soldi per gli affitti, le attività sociali ridotte al solo 118 che per mesi è stato sul punto di chiudere perché giudicato una rimessa. Le dimissioni del Magistrato sono il frutto di un clima avvelenato, di insanabili divisioni interne e dell’assenza di ogni controllo da parte di Benotto che per statuto avrebbe dovuto esercitare un ruolo di controllo e garante e che invece fin dall’inizio della crisi è stato il grande assente e su di lui pesa la responsabilità dell’attuale situazione”. “Tutto ciò – concludono i Cobas – potrebbe tradursi nel blocco degli stipendi e, a inizio 2016, nel licenziamento degli ultimi dipendenti, passati da 67 a 23 in due anni e mezzo.
Chiediamo al prefetto di intervenire: è inaccettabile dismettere un importante patrimonio lavorativo e professionale che determinerebbe anche la fine dell’esperienza di volontariato in ambito sociosanitario e di protezione civile”.(ANSA).

Misericordie: Pisa nel caos, verso nuovo commissariamento
Si dimettono 5 magistrati e attaccano governatore e curia

(ANSA) – PISA, 18 NOV – La Misericordia di Pisa piomba nuovamente nel caos, due anni dopo il commissariamento determinato da passività per circa 12 milioni di euro e il licenziamento di 32 dipendenti, l’arciconfraternita pisana rischia di finire ancora nelle mani di un commissario in seguito alle dimissioni rassegnate da cinque componenti del magistrato, l’organo di governo interno, alle quali sono seguite quelle degli altri manager.
A lasciare la Misericordia con una durissima presa di posizione sono stati il vicegovernatore Gabriella Bianchini e i residenti magistrali Michele Apruzzese, Francesco Mancuso, Nicola Pieracci e Paolo Toni, che in una lettera, di cui si dà notizia già oggi sul Corriere fiorentino, accusano l’attuale guida dell’arciconfraternita, presieduta da Luigi Marchetti, al quale, scrivono nella lettera di dimissione, è stato “ripetutamente chiesto un cambiamento tangibile nella gestione, in particolare chiedendo di rivedere il ruolo affidato a Carlo Alberto Orvietani (principale collaboratore di Marchetti, ndr), senza poter mai discutere della questione, sempre rinviata con espedienti da temporeggiatore propri del Governatore che ha, quindi, preferito la tutela del ‘suo uomo’ piuttosto che il superiore interesse dell’istituzione”. (ANSA).

Misericordie: Pisa nel caos, verso un nuovo commissariamento (2)

(ANSA) – PISA, 18 NOV – Secondo i dimissionari, infatti, i vertici attuali della Misericordia anziché perseguire la strada del risanamento intendono “pervenire all’estinzione e successiva liquidazione dell’ente, disegno che Marchetti, insieme con Orvietani, persegue lucidamente dal primo giorno del suo insediamento senza avere alcun interesse per le sorti della Misericordia se non nei limiti di salvaguardare la posizione della Curia”. I cinque componenti dell’organo di governo spiegano questa condotta affermando di essere “venuti a conoscenza di come vi siano stati, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, almeno due importanti manifestazioni di interesse verso l’immobile della Misericordia per un possibile suo riutilizzo e come esse non siano state riportate al Magistrato della Misericordia, ma gestite direttamente dal Governatore che non ha ritenuto di informare l’organo di governo dell’istituzione, arrogandosi, in tal modo, un potere decisionale che non gli spetta e non gli appartiene, come del resto già altre volte accaduto”. Inoltre, aggiungono, “Marchetti si è deciso a incontrare il presidente Corsinovi solo dopo numerose richieste dello stesso e solo per chiedergli di convincere i sottoscritti a non opporsi all’approvazione del nuovo statuto” ma giudicano comunque “tardivo l’intervento di Federazione Toscana che dall’inizio del mandato ha incontrato il magistrato solo in un’occasione, coincidente con la perquisizione della Guardia di Finanza (sul dissesto finanziario della Confraternita indaga anche la procura di Pisa), e che interviene solo ora, su nostra richiesta, quando è evidente che il macroscopico fallimento dell’operato Marchetti-Orvietani ha reso ancor più drammatica la situazione”.(ANSA).

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