November 26, 2024
Con la ormai imminente approvazione della legge delega riguardante le nuove direttive comunitarie in materia di appalti pubblici , leggiamo grande entusiasmo per il fatto che alle gare aggiudicate al massimo ribasso subentrino aggiudicazioni a favore della offerta economicamente più vantaggiosa.
In cosa consista la differenza tra offerta economicamente e vantaggiosa e il massimo ribasso è cosa risaputa ma prima vorremmo fare alcune considerazioni tecniche con un occhio rivolto agli appalti pubblici, numerosi dei quali in scadenza.
Una offerta vantaggiosa dovrebbe tenere conto di numerosi indicatori che non siano il semplice risparmio del costo del lavoro, ma siamo certi che alla fine massimo ribasso e offerta più vantaggiosa non siano la stessa cosa, soprattutto laddove l’offerta economica ha un peso eccessivo rispetto agli altri elementi di valutazione dell’offerta?
E chi vigilerà perché la ditta vincitrice non applichi il contratto economicamente piu’ vantaggioso per la ditta ma meno vantaggioso per i lavoratori?
L’analisi dettagliata della prestazione puo’ essere valutata solo sulla offerta o invece, come da noi richiesto, avrebbe bisogno di controlli e monitoraggi costanti, soprattutto nella fase di esecuzione del contratto, non ultimo verificare il numero degli organici, le ore assegnate a ciascun lavoratore, gli strumenti di lavoro ed il rispetto di quanto evidenziato con “effetti speciali” al momento di presentazione dell’offerta?
Basta presentare un bel progetto o bisognerebbe valutare la sua effettiva realizzazione senza dimenticare la salvaguardia delle condizioni retributive e lavorative?
La qualità sbandierata nella offerta economicamente vantaggiosa non sarà un corollario per celare di nuovo il massimo ribasso?
Partiamo allora dagli appalti comunali in fase di rinnovo e affrontiamo nel dettaglio alcune criticità, facciamolo prima di bandire le gare, rinunciamo ad applicare nei cambi di appalto il contratto a tutele crescenti
Cobas Pubblico Impiego Pisa
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