November 26, 2024
C’è chi dice che sia già scoppiata da tempo, chi la localizza nel presente. Ma secondo l’esperto Luigi Bonanante, professore emerito di relazioni internazionali, la terza guerra mondiale scoppierà negli anni Trenta. Gli indicatori sono molteplici: il declino degli Usa, la crisi finanziaria, l’implosione dell’Ue, l’ascesa della Cina e la Russia, che non si rassegna a diventare una potenza regionale. E l’Isis? Secondo il professore non è che un indicatore del disordine internazionale crescente.
“L’Isis non è il maggiore pericolo – spiega Bonante, già presidente del corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche dell’università di Torino, autore di ‘Anarchia o democrazia’ (Carocci 2015) -. Il problema è che non c’è più un ordine internazionale solido, a causa anche del fatto che oggi gli Usa sono sempre meno al centro. Obama forse è l’interprete di questo declino. Non riesce a governare il mondo. Abbiamo creduto che la distruzione di quell’ordine fosse un bene. E allora era un bene, perché migliorò la situazione dei diritti umani e civili in tanti Paesi. Ma un po’ per volta siamo entrati in una fase di crescente anarchia. Non c’è più nessun puntello, c’è solo disgregazione continua”. Una degenerazione continua che tanti studiosi, anche sulla base dell’ascesa della Cina, immaginano negli anni ’30 porterà alla prossima guerra mondiale. Altro che Isis.
Bonanate è il teorico della “guerra costituente”, secondo la quale ogni 70 anni circa un conflitto ridefinisce gli equilibri. Non una guerra locale, o legata a un interesse specifico – vedi Vietnam, o Iraq – ma una guerra che ristabilisce i rapporti di forza, come la guerra franco-prussiana del 1870 o la prima o la seconda guerra mondiale.
Bruxelles (Belgio), 29 novembre 2015
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