Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Tutti inzuppano il panettoncino nella notizia natalizia

Postato il 5 Dicembre 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

panettoneL’articolo sette della Costituzione dice:

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Come si vede una definizione ambigua e volutamente ambigua. Ognuno può essere contento: laico, religioso, ateo. Ma almeno una considerazione chiara dovrebbe uscire, per quanto riguarda il rapporto scuola-chiesa. Non è fra gli imperativi didattici cantare a Natale Tu scendi dalle stelle. Altri obblighi toccano la scuola, altre necessità si impongono. Poi a Natale si fa questo – cantare – ed altro – presepe ecc. Ma non è un obbligo scolastico. È una specie di uso che va bene a tutti, giusto come l’ambiguo articolo sette della Costituzione, nella prima parte, i Principi fondamentali.

I guai che sono toccati al preside di una scuola omnicomprensiva di Rozzano, alle porte di Milano, invece riaccende i soliti e triti discorsi banalmente idioti: ha fatto bene, ha fatto male, nessuno tocchi il presepe. E dai, canzoncine ispirate dalle voci della destra più becera, che, diamine, difende il diritto di festeggiare il Natale, diritto-dovere, che come abbiamo visto, neppure lo stato chiaramente recita nella Costituzione.

Il preside in questione ha poi rassegnato, in seguito alla bufera di attacchi che gli sono stati rivolti, una specie di semi dimissioni da capo della scuola elementare. Tutti inzuppano il biscottino, o panettoncino natalizio, sulla notizia. Questo fatto, con la retromarcia del preside, è stato un bel regalo alla compagine di centro destra che, a corto di idee, basta sentire quello che dice Salvini, con presepe incorporato, finalmente può difendere un diritto sacrosanto, nel senso pieno del termine, e pretendere che ad ogni fine lezione si canti l’inno di lode al Buon Gesù, oppure che si dica la preghierina prima delle lezioni e si guardi bene al crocefisso appeso ai muri, non fa niente se scrostati, delle classi delle scuole italiane.

E se poi quel muro è pieno di umidità, se cade il soffitto, se mancano sedie, insegnanti – occhio che adesso un po’ dovrebbero essercene ed allora occorre che questi dicano tre Pater Ave Gloria per avere ricevuto il posto di lavoro dopo decenni di precariato – se gli stipendi ai supplenti, bidelli compresi, vengono pagati con mesi di ritardo, se mancano soldi per le ristrutturazioni, contratti non firmati da sei anni, classi pollaio ecc. ecc. tutto si sana con un bel Silent Night, Holy Night.

Tiziano Tussi

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